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Michelin Pilot Sport Cup 2 Connect: la prova in pista!

Tempo di lettura: 4 minuti

Michelin Pilot Sport Cup 2 Connect è il pneumatico connesso!

Sembra fantascienza eppure la direzione presa da Michelin con l’avvento delle nuove Michelin Pilot Sport Cup 2 Connect è proprio questa: riuscire ad avere un feedback dagli pneumatici, così che lavorino sempre al loro massimo possibile.

Michelin Pilot Sport Cup 2 Connect

Ci pensate mai che l’unico punto di contatto tra l’auto e l’asfalto è il pneumatico?

Che solo grazie a loro può lavorare la catena cinematica, solo grazie a loro è possibile “capire” il carattere della vostra auto, solo grazie a loro molto semplicemente si può…sterzare.

L’importanza degli pneumatici è fondamentale, seppur spesso bistrattati e manutenuti non eccezionalmente, possono tirarci fuori da una serie di impicci oppure permettere prestazioni di tutto rispetto, come sa bene chi frequenta in modo più o meno assiduo l’ambiente della pista.

E se oltre ad avere una gomma prestazionale, questa riuscisse in un certo senso a dialogare con noi?

Michelin Pilot Sport Cup 2 Connect dialoga con il…

Non differisce dalle Cup 2 attualmente disponibili solo per la possibilità di essere connessa via bluetooth al proprio telefono, ma è un prodotto nuovo in tutti i sensi.

Lo studio di un Costruttore di alta gamma passa attraverso una costante innovazione dei propri prodotti e, seppur il nome possa trarre in inganno, Pilot Sport Cup 2 Connect cambia nelle soluzioni tecnologiche adottate.

A partire dal Wavy Summit, una serie di tele ondulate sulla parte superiore della gomma, che irrigidiscono il corpo e permettono un feeling più immediato ed una maggiore reattività alle sollecitazioni.

Poi è stata migliorata l’efficienza energetica delle Cup 2 Connect, che vedono il proprio “cuore” fatto di tele in aramide e nylon, quest’ultimo idoneo a lavorare anche a temperature tipiche di utilizzo in pista poiché – ritraendosi leggermente – mantiene compatto il corpo pneumatico.

Gli amanti della pista – d’altronde le Pilot Sport Cup 2 Connect presuppongono un utilizzo per l’80% su pista e 20% su strada, per la quale mantengono comunque l’omologazione – avranno però a disposizione un’arma in più per il tempo, il kit Connect.

Le gomme non vengono fornite di serie con l’apparato di sensori che dialoga con lo smartphone, ma con la semplice predisposizione a montarli.

Gli interessati dovranno poi acquistare il kit da 400 euro che comprende i 4 sensori – uno per gomma  -, il ricevitore ed un supporto a ventosa per il telefono.

Una volta installati i sensori all’interno della gomma, molto vicini al battistrada, e fatto il pairing con l’applicazione Track Connect di Michelin dopo aver inserito i codici di ogni sensore, il gioco è fatto.

L’applicazione comincia ad acquisire e mostrare dati al pilota, ma soprattutto a consigliare di volta in volta le pressioni giuste per far lavorare al meglio il tutto.

Dando “in pasto” all’app alcuni valori come la temperatura ambientale e le condizioni dell’asfalto la risposta sulla pressione da usare è pressappoco immediata, così che si possa partire senza problemi. Si selezione il tracciato e poi si hanno sempre sott’occhio le temperature di ogni singola gomma.

Se poi si ruota il telefono in orizzontale si passa a visualizzare il “carattere” dell’auto, che può essere neutro, tendenzialmente sottosterzante o tendenzialmente sovrasterzante. Viene spontaneo ingarellarsi con i “colleghi” di track days, a maggior ragione perchè l’applicazione Track Connect memorizza il comportamento delle gomme durante tutto il loro utilizzo, una simil-telemetria in pratica, e soprattutto i tempi sul giro. Roba eccezionale.

In pista con le Michelin Pilot Sport Cup 2 Connect e le Porsche…

Ma fin quando si parla di tecnologia e applicazioni è tutta roba che potrebbe essere vista solo in via teorica, noi abbiamo invece messo alla frusta queste Pilot Sport Cup 2 Connect direttamente al circuito Tazio Nuvolari, equipaggiate su Porsche 718 Boxster/Cayman e, soprattutto, su Porsche 911 GT3 RS .

In pratica la Cup 2 Connect è asimmetrica ma non direzionale (trucchetto: potete invertirle longitudinalmente a metà giornata), ha la parte esterna con una mescola adatta agli stress in pista ed una parte interna più adatta agli stress stradali o da aderenza sul bagnato.

D’altronde è un bi-mescola e lavora secondo le sue due “anime”, sfruttando anche la tecnologia Track Longevity Technology 2.0 che rinforza la spalla, per limitare al massimo l’usura e garantire prestazioni costanti e quanto più durature possibile, nei limiti di una gomma sportiva. Vi dico la mia fin da subito, a crudo e senza mezzi termini: “che gomma, gente!”.

Bastano pochi metri per capire già di che pasta (o…mescola?) sia fatta la Cup 2 Connect. Dalla prima accelerazione, dalla prima curva, tutto è un rapidissimo trasferimento di sensazioni che parte dal cuore dell’asfalto e viene collegato in via diretta con il cervello, facendo diventare l’auto una vera e propria estensione del tuo ego più profondo e, visto che parliamo di pista e di giocattoloni per bambini grandi, delle tue più perverse e profonde volontà.

La Porsche 718 Boxster è sicuramente un’auto molto più stradale rispetto la 911 GT3 RS ma già dal primo turno in pista con la piccola a motore centrale la tenuta laterale è sembrata da riferimento.

L’appoggio della gomma è sicuro, costante, senza troppe esitazioni. Passare però ad un ferro nato in pista e per la pista come la Signora GT3 RS è un’esperienza mistica, che abbraccia ancora di più l’utilizzo pensato per questa gomma.

Gli angoli di sterzo che ho raggiunto in pista grazie a queste Pilot Sport Cup 2 Connect non li credevo possibili per una gomma che è anche abbondantemente omologata per l’uso stradale e che usa una mescola non estrema.

Alle staccate partecipano in modo compatto, senza far scomporre l’auto ma soprattutto senza soffrire un appiattimento che limiterebbe il feeling con l’anteriore, a maggior ragione se si entra in curva ancora un po’ aggrappati al freno. Anche in questa condizione la direzionalità è garantita: avrei pensato più di una volta di soffrire un po’ di sottosterzo e di scivolamento dell’anteriore a causa di ingressi molto aggressivi, eppure tutto è stato limitato. E nel frattempo la coda dell’occhio verso il telefono mi aggiornava costantemente sulla temperatura delle gomme, tanto l’uso dei colori (dal verde al rosso, passando per gradazioni di giallo) permette di avere un’idea immediata del loro stato anche con un’occhiata veloce.

Arriva il giallo, quindi cominciano a soffrire? Molto bene, bisogna leggermente abbassare il ritmo, ma la cosa più idonea è controllare la pressione, visto che è dopo qualche giro di riscaldamento/assestamento che bisogna abbassarla e anche di un bel po’.

L’app ovviamente consiglia tutto, quindi trovato il quadro della situazione – ed evitando di guidare cercando le derapate – lavoreranno sempre nel range “verde”, che significa prestazioni ottimali.

Per sfizio ho poi ruotato il telefono di 90° ed ho visto l’indicatore del comportamento auto. Sicuramente un pelo più difficile da vedere al primo sguardo ma anche quello è uno strumento interessante per “dialogare” con la propria auto.

Marco Lasala

Scritto da Marco Lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

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