in

Volvo P1800

Tempo di lettura: 2 minuti

La Volvo P1800 è nata per un motivo ben preciso: attirare l’attenzione dei passanti verso le vetrine degli autosaloni che esponevano modelli Volvo e incrementare quello che oggi viene definito “floor traffic” (NdT: flusso di visitatori), così da indurre chi entrava nell’autosalone ad uscirne alla guida di una nuova Volvo.
Volvo si era già cimentata nella realizzazione di auto sportive all’inizio degli anni ’50 con la due posti scoperta con scocca in plastica ribattezzata Volvo Sport, in produzione dal 1955 al 1957, di cui vennero realizzati soltanto 67 esemplari. “Non è male come vettura, ma non è all’altezza del marchio Volvo”, questo fu il commento fatto dall’allora Presidente di Volvo, Gunnar Engellau, quando sospese la produzione di quel modello. Tuttavia, egli stesso riconosceva l’importanza di avere un modello prestigioso ed entusiasmante nella gamma d’offerta al fine di promuovere le vendite complessive, un punto di vista che i concessionari sostenevano con entusiasmo.
La realizzazione di alcune proposte di design venne dunque commissionata in Italia, dove il consulente di Volvo Helmer Petterson – che era fortemente coinvolto nella progettazione della nuova auto – era riuscito a ottenere per il proprio figlio Pelle, fresco di diploma in industrial design conseguito presso il Pratt Institute di New York, un posto di collaboratore presso lo studio di progettazione di Pietro Frua. Quando arrivò il momento di presentare le quattro proposte al CdA di Volvo nel 1957, Helmer incluse ai quattro progetti ufficiali una quinta proposta realizzata dal figlio Pelle, che fu poi quella che venne scelta da tutti. Il progetto piacque in particolare a Engellau, il quale era piuttosto contrario all’idea di un’automobile dal design italiano. Naturalmente è proprio questo che invece ottenne, ma la differenza stava nel fatto che l’autore del progetto era un venticinquenne nativo di Göteborg che anni dopo avrebbe sfondato come progettista di barche e vinto delle medaglie olimpiche nell’ambito di gare nautiche. Alla fine tuttavia la verità sulla proposta di progetto selezionata venne a galla. Il collerico Engellau andò fuori dai gangheri, pensò di essere stato raggirato e giurò che Pelle non sarebbe stato mai ufficialmente riconosciuto come il designer dell’auto. E di fatto passarono molti anni prima che la verità venisse resa nota e che a Pelle Petterson venisse riconosciuto il merito, assolutamente dovuto, di aver progettato una delle più accattivanti coupé sportive del mondo.
Quando infine arrivò negli showroom, la nuova auto sportiva – è così che Volvo presentò il nuovo modello – aveva un tettuccio fisso, la carrozzeria in acciaio e molti componenti meccanici presi direttamente dalla Amazon, oltre a montare il nuovissimo motore B18 nella sua versione sportiva da 100 cavalli.
I prototipi realizzati da Frua a Torino nel 1957-1958 sulla base della Amazon furono tre e queste vetture vennero utilizzate per una serie di scopi, ad esempio come modelli per la produzione di utensili per lo stampaggio, in una serie di test, in occasione di esposizioni, per iniziative stampa e servizi fotografici, e per molto altro. Tutti e tre i prototipi sono sopravvissuti al trascorrere del tempo e circolano ancora su strada.

Marco Lasala

Scritto da Marco Lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

Biaggi cerca la vittoria a Miller

Jaguar Supercharged Academy