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Gp d’Italia – Un Gran Premio senza eguali

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Ferrari F1 2013 La Formula 1 ha un suo linguaggio, utilizzato da piloti, squadre e giornalisti, nel quale capita spesso di utilizzare parole come “lotta”, “stress”, “battaglia”, “scontro”, come si trattasse di uno scenario di guerra. Talvolta, però, si dimentica quanto lo scenario offerto da un Gran Premio sia in realtà completamente diverso, perché da sempre rappresenta uno show appassionante sia per gli spettatori che per gli stessi partecipanti. Inoltre, oggi tutti gli sport più popolari hanno un forte legame con il business ed è facile perdere la visione romantica del gesto atletico. Ma un fine settimana nella cornice unica del circuito di Monza riesce a riportare lo sport a quella sua visione originale, grazie ad un tracciato noto al mondo come la “Pista Magica”.

Se poi la divisa della vostra squadra del cuore ha un cavallino nero su sfondo giallo, quello di Monza diventa un weekend ancora più speciale. Per avere conferma di questo basta chiedere a Felipe Massa: “Monza rappresenta una parte importante della storia della Formula 1, testimoniata ancora oggi dalla curva Sopraelevata. È un Gran Premio diverso da tutti gli altri, per le velocità che si possono raggiungere in alcuni punti del tracciato e per l’unicità dello spettacolo offerto dalle tribune stracolme di tifosi.

Quando si scende in pista al volante di una Ferrari tutto è ancora più speciale. Sono brasiliano, ma la mia famiglia ha origini italiane, ho il passaporto italiano e la nostra famiglia ha uno stile di vita molto legato alle tradizioni italiane. Per me questo weekend è sempre stato particolare, per quel pizzico di motivazione in più e per la voglia di ottenere un risultato importante.

Il Brasile è ovviamente la mia gara di casa, ma Monza viene subito dopo. E’ una gara molto più sentita del Gran Premio di Monaco, anche se vivo nel Principato”. Felipe ha iniziato la sua carriera sportiva proprio in Italia e ha fatto conoscenza con l’autodromo di Monza durante la sua militanza nelle categorie minori: “A Monza nel 2010 sono salito sul podio conquistando il terzo posto, ma il mio ricordo più bello legato a questo circuito non è al volante di una monoposto di Formula 1. Qui ho vinto in tutte le altre categorie in cui ho corso, due volte in Formula Renault 2.0 e una volta in F3000. E le vittorie hanno sempre un sapore particolare nel libro dei ricordi”.


Anche gli ingegneri, descritti spesso come veri e propri computer che si muovono sui binari della razionalità, al cospetto del circuito di Monza non riescono a trattenere l’emozione, come testimoniato dal Direttore del Reparto Motori ed Elettronica della Scuderia, Luca Marmorini. “Essere un ingegnere italiano che lavora in Formula 1 vuol dire vivere Monza come un evento unico che raccoglie tutti gli elementi di spicco offerti da questo sport. Per un motorista vincere sul circuito di Monza è una soddisfazione molto speciale” –prosegue Marmorini – “Ho tanti ricordi legati a questa pista, ma non è necessario andare troppo lontano nel tempo per ritrovare delle giornate indimenticabili. Tre anni fa, quando Fernando e Felipe hanno conquistato il primo e terzo posto, è stato un risultato eccezionale e una giornata indimenticabile”. Ci sono delle ragioni tecniche ben definite che rendono Monza un banco di prova unico tra le piste del Mondiale. “Monza, insieme a Spa, è la pista dove registriamo il maggiore contributo del motore sulla prestazione complessiva della monoposto” – spiega Marmorini – “Ogni cavallo in più ha il suo peso sul tempo finale. Monza è anche un circuito molto difficile per i motori, perché il pilota percorre l’80% di ogni giro con l’acceleratore a fondo corsa. Restando a ‘piena farfalla’ così a lungo, si rivela un circuito molto critico sul fronte dell’affidabilità”.

La sfida tecnica è accattivante anche per Felipe. “Sul circuito di Monza utilizziamo il minor carico aerodinamico dell’intera stagione” – spiega il brasiliano – “Ed è il tracciato sul quale rileviamo la più alta velocità di punta. Questo circuito richiede una monoposto molto precisa, ma allo stesso tempo non si può sacrificare troppo il carico aerodinamico, necessario per affrontare le curve lente. Il motore riveste un ruolo molto importante, e spero che il nostro V8 ci conceda un po’ di vantaggio. Sulle altre piste questo aspetto è poco significativo perché la differenza tra i vari motori è minima, mentre a Monza ha un peso maggiore. A queste buone premesse aggiungiamo anche il grande sostegno garantito dai numerosissimi tifosi italiani, una spinta extra che spero possa aiutarci ad ottenere un ottimo risultato”.

 

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