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Porsche 911 Turbo – Walter Rohrl ne spiega l’evoluzione

Porsche 911 Turbo e Walter Rohrl una storia d’amore lunga oltre quarant’anni!

Tempo di lettura: 3 minuti

Porsche 911 Turbo e Walter Rohrl una storia d’amore che dura da oltre quarant’anni!

Era il 1979 quando Walter Rohrl acquistò per la prima volta la sua prima auto aziendale, una Porsche 911 Turbo

Da quel momento il suo legame con la massima espressione stradale della 911 è stato indissolubile, un amore che ha percorso tutte le sette generazioni.

Porsche 911 Turbo - Walter Rohrl

Porsche 911 Turbo 930

E’ la prima turbo della saga 911, una vettura che vantava una potenza massima di 260 cavalli ed un cambio a quarto rapporti.

Aveva cerchi Fuchs, un enorme spoiler posteriore ed un look che per quegli anni, rappresentava quanto di più trasgressivo il mercato offrisse nel segmento delle supercar.

La serie 964 rappresentò la seconda generazione Turbo, una sportiva che aveva una cilindrata di 3,3 litri, dotata di gruppi ottici rialzati ed un grosso alettone posteriore.

La sicurezza aumentava, presente il sistema antibloccaggio delle ruote in frenata (ABS) ed il servosterzo.

Rispetto alla 930 non fu un enorme passo in avanti ma sicuramente segnava un grande progresso, soprattutto in termini di prestazioni pure.

Il motore aveva una cilindrata aumentata a 3,6 litri, la potenza era di ben 360 cavalli.

Porsche 911 Turbo 993

Un netto passo in avanti, una super sportiva a trazione integrale con una potenza fuori dal comune.

Walter Rohrl espresse in fase di progettazione e sviluppo ai tecnici ed ingegneri Porsche il suo dubbio circa la capacità di questa vettura, di trasferire sull’asfalto tutta la sua grande potenza.

Gli oltre 400 cavalli avevano bisogno di una trazione integrale, di una nuova frizione capace di distribuire la coppia in modo variabile.

La 993 era fantastica da guidare, complice, una stabilità esemplare ed un allungo pauroso per un motore turbo!

La generazione 996 della 911 Turbo S segna l’ingresso del raffreddamento ad acqua e dell’inedito impianto frenante Porsche Carbon Ceramic (PCCB) di chiara derivazione racing.

Il look della 996 non era vincente, gli appassionati del marchio di Stoccarda lamentavano il design dei gruppi ottici non in linea con quanto fino ad allora proposto sulla storica ed emblematica 911.

La 996 Turbo era un’auto sportiva perfetta per esser utilizzata anche ogni giorno, proposta unicamente con la trasmissione automatica: la sua potenza massima era di 420 cavalli.

La Porsche 911 Turbo 997 rappresenta un vero e proprio salto nel futuro, soprattutto dal punto di vista stilistico.

Moderna, affusolata, aerodinamica, la super sportiva tedesca aveva una potenza massima di 500 cavalli e per la prima volta utilizzava una trasmissione automatica doppia frizione PDK.

Rohrl ancora oggi la trova una coupé perfetta, che trasmette al pilota un perfetto controllo della vettura, grazie ad uno sterzo e freni incredibilmente diretti.

Gli anni passano ed arriviamo ad una delle ultimissime generazioni, la 991, supercar dotata di un’aerodinamica studiata nei minimi particolari, della trazione integrale, dell’assale posteriore sterzante e di una potenza ancora più elevata rispetto al passato.

Per Walter Rohrl questa serie è semplicemente incredibile, perché in termini di dinamica di guida, non ha eguali la sua reattività ed equilibrio delle masse.

Immaginare di migliorarla era impossibile ma con la nuova 992 Turbo tutto è diventato possibile!

Per dichiarazioni di Rohrl sono eloquenti:

Sarò abbastanza onesto, semplicemente non potevo immaginare come sarebbe stato possibile migliorare ulteriormente l’esperienza offerta dalla generazione precedente.
Gidare la 992 Turbo oggi a Hockenheim, è davvero incredibile.
È migliorata ancora una volta sotto così tanti aspetti, che non trovo le parole giuste nel descriverla.
La 992 Turbo ha le prestazioni di una vera supersportiva, ma chiunque può sedersi e impegnare il suo volante e andare forte!
Non c’è sovrasterzo o sottosterzo, è semplicemente incredibilmente veloce.
Tanto di cappello al reparto Sviluppo, perché sotto tanti punti di vista, realizzare un veicolo così perfetto, tanti anni fa, sarebbe stato impossibile!”.

Marco Lasala

Scritto da Marco Lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

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