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Alfa Romeo Giulia GT 2+2 doors by Stefano Moraschini

Stefano Moraschini crede che la sua Alfa Romeo Giulia GT 2+2 doors sia una coupé da segmento D

Tempo di lettura: 2 minuti

Alfa Romeo Giulia GT è una splendida due porte costruita tra il 1960 ed il 1970

Sostituiva la Giulia Sprint 1600, l’accattivante Alfa Romeo Giulia GT ne manteneva di fatto impostazione e tecnica.

Alfa Romeo Giulia GT 2+2 doors by Stefano Moraschini

Motore e cambio posizionati anteriormente, trazione posteriore e carrozzeria disegnata da un giovanissimo Giorgetto Giugiaro, design che all’epoca lavorava nella Bertone. 

Aveva il passo accorciato e rappresentava una delle più belle e sinuose sportive dell’epoca. 

Alfa Romeo Giulia GT aveva uno stile unico. 

Lunga 4,08 metri, larga 1,58, alta 1,31, il suo passo rispetto alla Giulia TI, vettura da cui ne prendeva in prestito il pianale, era accorciato e misurava 2,35 metri, per un peso a secco di 950 kg. 

Leggera quanto veloce, cuore delle prime versioni della coupé torinese era un quattro cilindri in linea da 1,6 litri, da 106 cavalli.

Un motore che vantava una distribuzione bialbero, due carburatori doppio corpo Weber e una fasatura specifica. 

Le sospensioni derivavano dalla berlina, all’anteriore erano indipendenti con molle elicoidali ed ammortizzatori telescopici, al posteriore a ponte rigido. 

La velocità massima della Alfa Romeo Giulia GT era di 180 km/h. 

Una sportiva rimasta nel cuore degli italiani che il design Stefano Moraschini ha voluto interpretare in chiave moderna. 

Il render mostra come Moraschini ha voluto rinnovarne le linee, ripercorrendo ciò che è avvenuto con la Mini e Fiat 500, mantenendo di fatto alcuni stilemi del modello originale, quali i proiettori tondi ad esempio, ma interpretandoli in chiave moderna.

Ecco così i gruppi ottici full LED, i montanti anteriori e posteriori sottili, poco invasivi. 

Stefano pensa che la sua Giulia GT 2+2 doors sia una coupé da segmento D, compatta negli ingombri e pratica da utilizzare tutti i giorni. 

Originale l’idea di equipaggiarla con due porte posteriori “di servizio”, al fine di aumentarne praticità ed utilizzo. 

Il bialbero originale, il quattro cilindri in linea da 1,6 litri e 106 cavalli cede il posto ad un’unità totalmente elettrica: da qui l’idea di abbandonare totalmente la presa aria anteriore, sfruttando al massimo il pianale BEV di derivazione PSA. 

Il designer italiano ipotizza anche una alternativa endotermica, richiamando in causa, per l’occasione, il pianale “Giorgio”, quello in pratica da cui nascono le nuova Alfa Romeo Giulia e Stelvio.

Marco Lasala

Scritto da Marco Lasala

Credo di esser nato per comunicare la mia passione per i motori: i miei primi passi li ho mossi.. su di un kart!!! Mi sono laureato in Economia e Commercio (indirizzo Marketing), ma ho iniziato a fare il giornalista da quando avevo poco più di 20 anni, scrivendo per quotidiani nazionali e riviste estere. Oggi collaboro con diverse testate specializzate nell’universo automotive, provo auto e moto, descrivo le mie sensazioni di guida, cerco di emozionare i lettori. Sono un competitivo, amo salire sul gradino più alto del podio, sono convinto che il pericolo più grande sia frenare, piuttosto che affrontare una curva a gas aperto! Il mondo dei motori è in continua evoluzione, l’elettrificato macina chilometri, ma… nella mia mente la melodia di un V12 a 8.000 giri non svanirà mai!

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