La Formula 1 è sempre all’avanguardia per soluzioni tecniche e anche di sicurezza, che poi vengono messe in circolazione anche per l’uso comune al di fuori dai contesti di gara. In questo momento le capacità dei piloti sono sempre più ridotte alla gestione dei sistemi avanzatissimi a disposizione nell’abitacolo. Qualcuno di loro, però, come Max Verstappen, riesce ancora a fare la differenza, con un manico che non può essere giudicato come quello degli altri.
Super Max è anche un leader molto ascoltato dall’associazione dei driver e quando c’è da esprimere un’opinione forte non si tira mai indietro. Su un aspetto si trova d’accordo anche Lewis Hamilton, che con Verstappen ha battagliato fino a qualche anno fa, prima di cadere in una pesante eclissi (forse dettata dall’anagrafe) prima con la Mercedes e ora con la Ferrari. Il nodo del contendere è l’introduzione proposta dalla FIA del ‘gilet refrigerante’, per aiutare i piloti a combattere il pericolo del caldo eccessivo all’interno dell’abitacolo in quelle gare con più del 70% di umidità e temperature superiore ai 31 gradi (vedi la recente Singapore).
Verstappen e Hamilton d’accordo contro il “gilet refrigerante”: non deve diventare un obbligo
Il quattro volte iridato olandese ha stra bocciato il gilet refrigerante, giudicandolo inutile e sottolineando anche la scomodità di alcune parti: “Non mi piacciono quei tubicini addosso vicino alle cinture. Bastano una ventina di minuti e l’acqua diventa calda, quindi non serve più a nulla”.
Lo stesso Hamilton ha espresso un parere simile proprio a Singapore, dichiarando ai giornalisti presenti: “Non credo che debba essere mai considerato obbligatorio per i piloti. Nessuno è mai morto per il surriscaldamento quindi non è una questione di sicurezza“.
Poi l’inglese ha sottolineato come dovrebbe trattarsi piuttosto di una scelta personale del singolo pilota, in base a quelle che creda siano le proprie esigenze in quel determinato Gran Premio. “Continueremo a lavorare e a migliorare il sistema, magari per renderlo davvero utile in contesti con temperature fuori dalla media“. Di certo in questo momento si potrebbe invece lavorare più su altri aspetti della sicurezza che di certo sembrano essere più impellenti.
Di gare bollenti da qui al termine della stagione sono rimaste Texas, Messico, Brasile, Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi, anche se nessuna toccherà le vette di umidità percepite in quel di Singapore la scorsa settimana. Appuntamento il 19 ottobre negli Stati Uniti.
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