Il 23 di ottobre del 2011 scomparve Marco Simoncelli, grande talento del motociclismo italiano. Il dottor Claudio Costa ha fatto una dichiarazione da brividi in merito alla sua scomparsa di 14 anni fa.
Si è da poco tenuto il 14esimo anniversario della scomparsa di Marco Simoncelli, venuto a mancare il 23 di ottobre del 2011, a seguito di un drammatico incidente avvenuto sulla pista di Sepang. Sullo stesso tracciato, tre anni prima, era diventato campione del mondo in 250, in sella alla Gilera, dimostrando di essere un talento cristallino, e di essersi guadagnato sul campo la MotoGP. Dopo un 2010 di apprendimento, il 2011 aveva mostrato netti passi in avanti, sino a riuscire a salire anche sul podio sulla Honda del Gresini Racing.
Pochi giorni prima dello schianto mortale in Malesia, Simoncelli aveva chiuso secondo a Phillip Island, alle spalle di quello che, nel suo GP di casa, era un inarrivabile Casey Stoner. Simoncelli sembrava ormai essere ad un passo dalla prima vittoria in top class, ma il beffardo contatto con Colin Edwards e Valentino Rossi lo ha privato di ogni cosa, in quello che fu un incidente quasi deciso dal destino, tanto assurda fu la sua dinamica. Il dottor Claudio Costa ha ricordato uno degli aspetti più drammatici di quei nefasti giorni, un qualcosa che in pochi sapevano.
Simoncelli, il dottor Claudio Costa ha aperto la sua bara
Presente al podcast “BSTM“, il fondatore della Clinica Mobile, il dottor Claudio Costa, ha ricordato la tragica scomparsa di Marco Simoncelli: “Marco si era preparato per la gara di Sepang per vincere, dopo aver chiuso al secondo posto a Phillip Island, nella gara precedente. Prima della partenza, aveva l’asciugamano al contrario, suo padre Paolo lo considerava un segnale sfavorevole. Non ero in Malesia, ma se fossi stato lì in quel fine settimana, vedendo quell’asciugamano messo così, avrei sicuramente agito“.
Dopo il terribile incidente che causò la morte di Simoncelli, il dottor Costa si è recato a casa della sua famiglia, ed ha ricordato quel momento rivelando un fatto inedito: “Mi trovato a casa loro, ho aperto la bara perché i parenti e la sorella Martina la vedessero. Soprattutto perché la sorella lo vedesse, nella bara c’era anche la documentazione dell’autopsia di Marco, e questo mi ha dato gioia, perché c’era scritto che non aveva assunto alcol o droghe. La tragedia è terribile, ma suscita qualcosa che ala fine prelude qualcosa di bello. E parlo della bellezza della vita di sua sorella“.
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