I major dell’industria dell’automotive si trovano in una situazione di profonda difficoltà. L’azienda giapponese sta provando a tenersi a galla con una strategia ardita.
La crisi economica sta mordendo diversi player del car market. Secondo diverse e-mail e un documento aziendale, finiti sotto la lente d’ingrandimenti di Reuters, una nota casa automobilistica giapponese ha chiesto ad alcuni dei suoi fornitori in Europa e nel Regno Unito di accettare pagamenti dilazionati per alleviare temporaneamente la crisi di liquidità.

Si tratta della Nissan che ha avuto dei fatturati molto negativi nel corso del 2024. I primi sei mesi del 2025 non sono stati migliori. Le proposte elettriche non hanno convinto gli appassionati. Per cercare di stabilizzare i bilanci in rosso i vertici della Nissan hanno messo sul tavolo dei fornitori solo due alternative: seguire il piano di pagamento originale o accettare una leggera dilazione in cambio di un piccolo compenso aggiuntivo.
L’istituto bancario HSBC interverrebbe per pagare in anticipo i fornitori e Nissan rimborserebbe in seguito la banca con gli interessi. Reuters ha esaminato diverse email interne e un documento aziendale che illustravano gli sforzi per liberare liquidità prima della fine del trimestre aprile-giugno. Il CFO di Nissan, Jeremie Papin, aveva fatto presente che l’inizio del 2025 sarebbe stato molto complesso.
La strategia disperata della Nissan
Nissan ha presentato il piano per posticipare alcuni pagamenti da giugno a metà agosto e, in altri casi, fino a settembre. Secondo voci di corridoio, questa non è la prima volta che il major nipponico ricorre a pagamenti dilazionati come soluzione temporanea. Lo stesso era avvenuto nel corso dei mesi precedenti.

Nissan ha riconosciuto di aver offerto “termini di pagamento più flessibili” ai suoi fornitori. L’obiettivo è conservare un minimo di liquidità in una fase piuttosto negativa. La casa automobilistica del Paese del Sol Levante vuole posticipare i pagamenti al trimestre successivo per alleviare la tensione finanziaria. Per ora l’amministratore delegato “non ha assegnato compiti funzionali alle regioni” e si è rifiutata di commentare obiettivi o altre valutazioni. La perdita netta di 4,5 miliardi di dollari nell’esercizio finanziario precedente, con 15,1 miliardi di dollari in liquidità e mezzi equivalenti. L’azienda non ha ancora pubblicato le previsioni per l’anno in corso.