L’Alfa Romeo di cui oggi vi racconteremo la storia è un vero e proprio mito del mondo dei motori. Scopriamo quali sono i segreti di questo super progetto che fece sognare l’Italia.
Il mercato delle quattro ruote non offre grandi spunti d’interesse, in termini stilistici, al giorno d’oggi. Viviamo in un’epoca in cui si è andati verso una sorta di omologazione, che vede le auto dei grandi gruppi, Stellantis in primis, essere troppo simili tra di loro. L’Alfa Romeo realizza solamente SUV al giorno d’oggi, per la grande delusione degli alfisti della prima ora, che si sentono traditi da ciò che il loro marchio da sogno mette a disposizione a listino.
Eppure, in passato, l’Alfa Romeo realizzava capolavori come la Sbarro Diva, una Concept Car sportiva, che non fu mai prodotta in serie, ma che rendeva bene l’idea della bontà dei progetti del Biscione, che avevano un’anima ben definitiva al loro interno. Fu progettata dal Centro Stile della casa di Arese e da Franco Sbarro, uno dei progettisti più noti della nostra epoca. Si collaborò anche con la società di ingegneria Elasis, che era parte del Gruppo FIAT. Andiamo a scoprire tutti i segreti di un progetto a dir poco avveniristico ed in grado di attirare l’attenzione dei fan.
Alfa Romeo, la Sbarro Diva nata in collaborazione con Elasis
L’Alfa Romeo Sbarro Diva fu presentata al mondo al Salone di Ginevra del 2006, e fu prodotta in un unico esemplare. La lunghezza era pari a 3.895 mm, con larghezza di 1.869 mm ed altezza di 1.182 mm, mentre il passo era di 2.402 mm. Il peso era di soli 950 kg. Fu considerata l’erede spirituale della mitica 33 Stradale, andando a riprendere da essa il design in chiave moderna, e soluzioni tecniche molto interessanti.
Ad esempio, il motore era il V6 Busso trasversale alla sua ultima evoluzione con 300 cavali di potenza massima ed una cilindrata di 3,2 litri. La velocità massima della Sbarro Diva toccava così quota 270 km/h di velocità massima. Il propulsore era posizionato sotto un carter paracalore, con un cambio Selespeed abbinato a 6 marce, in blocco a tre assi.
L’Alfa Romeo Sbarro Diva era dotata di una grande leggerezza, per garantire una buona agilità e prestazioni molto elevate, con trazione posteriore. La Diva era dotata di impianto di illuminazione a LED, mentre agli angoli di della carrozzeria c’erano vari spoiler, così da rendere più efficiente l’aerodinamica. Purtroppo, la coupé a due posti non fu mai prodotta in serie, e la cosa non fu mai digerita dagli appassionati.
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