La Lancia è oggi parte del gruppo Stellantis, ed i motori che monta non hanno, purtroppo, niente a che fare con l’Italia. Andiamo a scoprire chi si occupa di realizzarli.
Il settore automotive in Italia è ormai caduto in rovina, e di ciò non possono che farne le spese, oltre che i lavoratori, i nostri tanto amati marchi. Rispetto al passato, le auto nostrane vengono ormai prodotte fuori dai nostri confini per la loro gran parte. La Lancia è probabilmente il brand di Stellantis più in crisi assieme a Maserati, ma va detto che la sua discesa è iniziata molto priva dell’avvento della holding multinazionale olandese.
La decisione di mettere fuori produzione la Ypsilon di vecchia generazione non è stata geniale, dal momento che quell’auto era in top five tra le più vendute in assolute in Italia con grande costanza. Tutto ciò ha portato ad un clamoroso crollo delle immatricolazioni, dal momento che la nuova generazione della vettura è ben più costosa. Nelle prossime righe, andremo a scoprire chi si occupa di produrre i motori della Lancia Ypsilon, ed è facile immaginare che con il nostro paese non ci sia sostanzialmente più alcun legame. Ecco la verità su questi modelli.
Lancia, la Ypsilon di oggi monta motori Emotors
In passato, la Lancia montava motori italianissimi, come l 4 cilindri in linea di 2 litri che c’era sulla Delta Integrale, sviluppato dall’ex Ferrari Aurelio Lampredi, il quale regalò diversi capolavori alla casa di Torino. Tutto ciò, al giorno d’oggi, è stato purtroppo spazzato via, ed i risultati li vediamo sotto i nostri occhi. I motori della Ypsilon attuale sono prodotti da Emotors, una joint venture del gruppo Stellantis, che sostanzialmente produce lo stesso propulsore anche per la Opel Corsa e la Peugeot 208, costruite sulla stessa base della Ypsilon.
Emotors si occupa di costruire sia il motore 1.2 turbo a benzina con un sistema ibrido a 48 Volt Mild Hybrid della versione ibrida che l’elettrico da 400 V che si trova sulla vettura ad emissioni zero. I motori della Lancia Ypsilon non hanno dunque nulla a che vedere con l’Italia, così come la totalità di quelli che ormai sono utilizzati sulle auto con marchi nostrani.
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