L’innovazione nasce dove meno te l’aspetti: creatività, un’officina attrezzata e il sogno di costruire qualcosa capace di sfidare ogni record
Il luogo è improbabile, ma non per questo meno interessante: un’officina russa, un luogo dove l’ingegno incontra una passione sfrenata per la meccanica. Proprio qui nasce un progetto tanto folle quanto geniale: un motore V16.
Non parliamo di un V16 tradizionale, ammesso che ne esistano, ma di un motore a due tempi costruito utilizzando componenti di motoseghe. Insomma, un capolavoro artigianale, realizzato da un team di tecnici visionari, diciamo pure un po’ fuori di testa. Che però hanno raggiunto un risultato a dir poco straordinario.
Un motore V16 mostruoso
I motori a sedici cilindri non sono certo una novità. Già nel 1930, Cadillac fece la storia introducendo il primo V16 su un’automobile, un simbolo di lusso e potenza. Tuttavia, è stato solo con Bugatti, il leggendario marchio francese, che questo tipo di motore ha raggiunto l’apice della modernità.
Con il W16 introdotto nel 1999 sulla concept car Bentley Hunaudières, il Gruppo Volkswagen ha ridefinito i limiti dell’ingegneria motoristica. Questo motore, poi utilizzato su modelli iconici come la Bugatti Veyron, Chiron e Divo, è un capolavoro: 16 cilindri, 64 valvole, quattro turbocompressori, una lunghezza di appena 710 mm e un peso di circa 400 kg.
Con una potenza di 987 CV a 6000 giri/min e una coppia massima di 1250 Nm, il W16 è una sinfonia meccanica che ha ispirato generazioni di ingegneri.
Se Bugatti rappresenta l’eccellenza industriale, in Russia hanno scelto un approccio completamente diverso, più grezzo, ma altrettanto affascinante. Qui, un team di appassionati ha deciso di costruire un V16 a due tempi utilizzando materiali che nessuno avrebbe mai considerato: i motori di sedici motoseghe.
Immaginate un’officina dove l’odore di benzina si mescola a quello della creatività. Il team di Garage 54, noto per i suoi esperimenti fuori dagli schemi, ha preso sedici motori monocilindrici di motoseghe e li ha trasformati in un V16 unico al mondo.
Come? Smontando ogni motosega, i tecnici hanno allineato i motori su una struttura a forma di Y, con due file di otto unità ciascuna. Ogni motore è stato collegato a un ingranaggio che aziona una cinghia di trasmissione dentata, la quale, a sua volta, trasmette il moto a un albero centrale. Questo albero, supportato da tre cuscinetti (uno a ogni estremità e uno al centro), sincronizza i sedici motori, facendoli funzionare come un’unica entità.
Si tratta di un motore non vincerà premi per efficienza o raffinatezza, ma dimostra che l’innovazione non ha bisogno di budget milionari o laboratori all’avanguardia. Basta un’idea, un’officina e una dose di follia.
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