Il gruppo Stellantis continua nel suo periodo nero, ed ora emergono indiscrezioni preoccupanti relative ad un sito di produzione italiano. Aumentano i giorni in cui non si lavora e per gli operai si fa durissima.
Continuano i problemi per il gruppo Stellantis, unico produttore di auto in Italia, i cui affari non stanno di certo andando a gonfie vele. Enormi le perdite che la holding multinazionale olandese ha totalizzato nel primo semestre del 2025, e la cosa preoccupante è che i dati sono molto più negativi di un 2024 che aveva dato il via alla crisi, facendo registrare un crollo delle vendite rispetto al 2023.
Dunque, di anno in anno, Stellantis sembra andare sempre peggio, e questo non è certo positivo per l’industria automobilistica nostrana. Gli stabilimenti continuano a lavorare a ritmi ridotti, il tutto a discapito degli stipendi degli operai. Nelle prossime righe, andremo ad analizzare la situazione di uno degli impianti peggio messi in assoluto, dove per una buona parte del 2025 i lavoratori sono rimasti a casa. La crisi impazza ed i licenziamenti sono sempre più vicini.
Stellantis, a Cassino solo 61 giorni di lavoro nel 2025
Fino al prossimo 11 di luglio, lo stabilimento Stellantis di Cassino resterà nuovamente fermo, a causa della mancanza di ordini per i modelli che vengono prodotti in provincia di Frosinone, ovvero l’Alfa Romeo Giulia e la Stelvio. Nel 2025 ci sono stati solamente 61 giorni di attività produttiva, con oltre 50 di fermo totale, ed il rischio è che questo dato vada ulteriormente a gonfiarsi da qui alla fine dell’anno.
Nel 2024 ci furono ben 50 giorni di stop alla produzione nella seconda metà dell’anno, e la situazione non si sta evolvendo in maniera positiva. Le speranze di Cassino sono tutte riposte nell’avvento delle nuove generazioni di Stelvio e Giulia, la cui produzione è però stata rimandata almeno al 2027, anche se qualcuno parla addirittura del 2028.
Secondo quanto emerso, il nuovo CEO di Stellantis Antonio Filosa dovrebbe visitare Cassino tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, nella speranza che la sua presenza fisica sul posto possa portare a sviluppi positivi. I lavoratori vogliono maggiori certezze e rassicurazioni sul futuro della fabbrica laziale, in attesa che parta la produzione delle nuove Alfa Romeo. A pesare sulle chiusure di questi mesi anche la scarsa richiesta per la Maserati Grecale, un altro modello che la clientela premium ha dimostrato di non apprezzare in maniera adeguata.
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