Fiat 850 è una vettura prodotta tra il 1964 e il 1971 in oltre due milioni e duecentomila esemplari, pensata per ricoprire il vuoto tra la Fiat 600 e la Fiat 1100, ed ebbe il merito di resistere sul mercato dal periodo successivo del boom economico italiano fino all’inizio della crisi registrata dal settore automotive degli anni settanta.
Come base di partenza della Fiat 850 si utilizzò la 600, sia come struttura che come meccanica e questo mix di base portò l’allora capo progettista Fiat, Dante Giacosa, il “papà” della 500, alla realizzazione di una vettura che conquistò il mercato, così partendo infatti dalla Fiat 600, il frontale venne pensato più alto e squadrato, con i gruppi ottici che aumentarono nelle dimensioni, il parabrezza ampliato e i finestrini posteriori ampliati per avere una maggiore visibilità.
Posteriormente si pensò a una piccola coda posteriore con il posizionamento del motore, pur se per avere libero accesso allo stesso, era necessario smontare il fascione portatarga.
Al lancio, il prezzo della Fiat 850 nella versione normale partiva da 750.000 lire.
Si arrivò così a una lunghezza di 3,575 metri, una larghezza di 1,425 metri, un’altezza di 1,375 metri, con un passo di 2,025 metri.
L’abitacolo, sostanzialmente identico a quello della Fiat 600, era più spazioso, con la plancia rivestita con materiale plastico al posto della nuda lamiera, ma la vera novità fu l’introduzione di un impianto di riscaldamento con un radiatore proprio e queste novità diedero al pubblico una immagine diversa della vettura.
Per la propulsione si decise di utilizzare il classico Fiat 100 quattro cilindri, con sostanziali modifiche, che riguardarono la testata, l’albero a camme e la cilindrata che passò ad 843 cc, con 34 CV nella versione “Normale” e una velocità di 120 km/h e 37 CV nella versione “Super” con una velocità di 125 km/h.
L’impianto frenante conservava l’iconico schema a tamburo su tutte le ruote, pur se potenziato rispetto a quello montato sulla 600.
Nel 1968 la gamma fu sottoposta a restyling con la versione “Super” sostituita dalla “Special” che si presentava meglio rifinita sia all’esterno dove presentava la mascherina modificata, e i profili cromati sulle fiancate, sia nell’abitacolo con il nuovo disegno del volante, una nuova plancia, specchietto retrovisore interno con posizione antiabbagliante e nuova strumentazione con tachimetro a fondo scala a 160 km/h.
La propulsione venne affidata al motore da 47 CV, con carburatore a doppio corpo e collettori di scarico maggiorati.
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