L’Italia porrebbe tornare ad avere un ruolo centrale nei piani del gruppo Stellantis, a seguito degli ultimi aggiustamenti di Antonio Filosa, elettro CEO in primavera. Ecco tutti i particolari della vicenda.
Da diversi anni a questa parte, la produzione di auto in Italia è in caduta libera, ed in base ai numeri rilasciati dai sindacati, tra gennaio e settembre c’è stato un calo di oltre il 31% degli assemblaggi nei nostri stabilimenti, rispetto ad un 2024 che era già stato molto deludente ed in calo rispetto al passato.
Stando sempre agli stessi dati, Stellantis potrebbe produrre solo 310.000 veicoli tra auto e mezzi commerciali in tutto il 2025, un numero decisamente troppo basso e che fotografa bene il crollo della produzione nel nostro paese. Tuttavia, il CEO Antonio Filosa, in carica dalla fine della primavera scorsa, sembra poter cambiare le carte in tavola, e dopo le ultime nomine c’è motivo di sperare in bene per il nostro futuro. Andiamo nei dettagli.
Stellantis, si punta forte su Italia ed USA dopo i rimpasti
Alla fine di settembre, Antonio Filosa ha nominato un suo stretto collaboratore al ruolo di CFO, ed è così partita una sorta di rivoluzione interna nel management, inserendo i suoi uomini forti al posto di quelli di Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis. Sono stati nominati diversi manager italiani e statunitensi, quasi a voler far intendere che il nostro paese e gli USA possano essere la fonte della rinascita del gruppo. Sono stati confermati solamente due francesi, vale a dire Arnaud Debouef e Jean-Philippe Imparato, e quest’ultimo si occuperà del rilancio della Maserati, ma non più della gestione della divisione Europa Allargata.
Alla direzione degli stabilimenti, al posto di Debouef, arriverà Francesco Ciancia, che arriva direttamente da Mercedes, mentre Emanuele Cappellano, che era responsabile del Sud America, prenderà il posto di Imparato. La sensazione è che si voglia andare in una direzione simile a quella impostata da Sergio Marchionne ai tempi di FIAT Chrysler, con maggiore spazio per Italia e Stati Uniti d’America e meno alla Francia. Eventuali conferme o smentite le avremo nel prossimo futuro, a cominciare dal nuovo Piano Industriale atteso per l’inizio dell’anno.
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