C’è un’importante novità sul futuro di Stellantis. Ecco cosa succederà alle auto elettriche del listino.
Cosa ne sarà dei piani relativi alla transizione ecologica e alla conversione all’elettrico è più che mai un punto interrogativo. Mentre oltreoceano i governi locali hanno cominciato a fare marcia indietro, l’Europa vive in un tempo sospeso figlio di una determinazione a perseguire l’obiettivo dell’uscita di scena dei motori endotermici fissata al 2035, ora meno forte a causa di alcuni impedimenti innegabili che hanno portato lo stesso ex presidente della BCE Mario Draghi a pronunciare davanti alla platea di Bruxelles dubbi sulla fattibilità del passaggio.
Malgrado lentamente i numeri che riguardano la vendita dei veicoli a zero emissioni si stiano facendo più incoraggianti, siamo ancora lontani da quelli sperati e preventivati. Senza contare che continuano a permanere degli ostacoli, a partire dalla carenza di infrastrutture per la ricarica. Un problema non indifferente specialmente in un’ottica di futura prevalenza degli EV. In mezzo a tale confusione relativamente alla rotta da seguire, Stellantis ha cercato di dare forma ad un suo programma per il medio-lungo periodo.
Impossibile vietare le auto termiche nel 2035, Stellantis si espone sull’elettrico
Nel corso di un’intervista con alcuni rappresentanti dei media del Vecchio Continente l’amministratore delegato Antonio Filosa ha messo in dubbio la fattibilità del chiacchierato piano di riduzione delle emissioni fissato al 55% entro il 2030 e allo stop alla produzione dei mezzi a combustibile cinque anni dopo. Per l’erede di Carlos Tavares l’unica soluzione sarebbe quella di una via di mezzo utile ad abbassare l’inquinamento, senza però compromettere la salute di un’industria che tutt’oggi è a tradizione termica.
Per salvare posti di lavoro senza però rinunciare al fine ambientalista, il manager vorrebbe maggiori investimenti sulle tecnologie ibride e l’adozione di strumenti per implementare l’efficienza energetica. Le ragioni di tali dichiarazioni allarmate sono da ritrovarsi nelle difficoltà incontrate dal Gruppo presieduto da John Elkann che, infatti, anche nel 2024 ha subito pesanti perdite, ma altresì nella consapevolezza di alcune carenze rilevanti.
Tra queste quella già citata delle colonnine per effettuare la ricarica, ma pure di produttori di batterie per non essere dipendenti dalla Cina, e di soluzioni economicamente accessibili per tutte le tasche visto che per adesso la spesa per acquistare un’auto elettrica è ancora abbastanza elevata con conseguente scrematura a monte dei potenziali acquirenti.
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