Ricorda una Bugatti e ha un’aerodinamica da brividi. Tutti i segreti della Mercedes più strana mai realizzata.
E’ rimasta solo un concept, ma chi ha avuto l’occasione di vederla se la ricorda ancora per la sua bellezza e per lo stile avanguardista. Correva l’anno 2015 quando a Francoforte faceva la sua apparizione una Mercedes da sogno. Se già le sue vetture sono emblema di sobrietà e qualità, qui il livello toccato è ulteriormente alto in quanto in alcuni dettagli sono un anticipo di ciò che l’automotive avrebbe proposto successivamente.
Ben lontana dall’immagine solita che ci si attende da un’auto di Stoccarda, a guardarla viene in mente una Bugatti. Ma le sorprese non sono limitate al look sui generis o all’aerodinamica esasperata. Un altro fattore ha reso questo veicolo davvero particolare. Qualcosa che è difficile da riscontrare altrove. Ecco perché, pur non avendo avuto seguito, ha fatto centro anche nel cuore dei più famosi designer.
Alla scoperta della Mercedes IAA, l’auto che si trasformava
Dieci anni fa i visitatori del Salone tedesco forse più prestigioso e conosciuto hanno potuto assistere ad una prima unica nel suo genere. La Mercedes era stato in grado di creare un gioiello avveniristico da far girare la testa ai palati più fini e non. La Concept Intelligent Aerodynamic Automobile riuniva in sé due caratteri: quello tipico di una coupé quattro porte dallo stile elegante, e quello più aggressivo sul fronte performance alla luce di un coefficiente di resistenza pari a 0,19.
Il suo tratto distintivo però era un altro, ossia la sua capacità trasformativa. Una volta raggiunti gli 80 km/h, oppure semplicemente premendo un pulsante, dava la possibilità di passare dalla modalità Design a quella Aerodynamic. In questa fase la coda si allungava di 390 mm raggiungendo una lunghezza di 5,43 metri. I flap collocati sull’avantreno erano mobili per garantire un miglior direzionamento dei flussi, mentre i cerchi attivi azzeravano la sporgenza.
Grazie ad un estensione di 60 mm del paraurti anteriore la sottoscocca beneficiava di un profilo più efficiente. Per quanto concerne il propulsore era stato scelto un ibrido plug in capace di scaricare sull’asfalto fino a 279 cv e di sfiorare una velocità massima autolimitata di 250 km/h. Sul fronte autonomia utilizzando la sola componente elettrica si poteva passare dai 62 km della Design ai 66 della Aerodynamic per emissioni ridotte da 31 a 28 g/km.
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