La verità fa scoppiare il caos. Nuova bufera attorno ai tassisti. Reso noto quanto guadagnano.
Negli ultimi anni la figura del tassista è stata di sovente al centro delle cronache. Un po’ per la rivalità con Uber, servizio privato che funziona tramite piattaforma su smartphone e che effettivamente ha “rubato” loro parte della clientela e un po’ per l’assenza di licenze a sufficienza per esaudire le necessità delle grandi città, sono stati protagonisti dei racconti dei media.
Spesso criticati per essere poco presenti nelle zone di maggior flusso, oltre che irreperibili e il più delle volte costosi, hanno fatto parlare di sé anche quando Il Sole 24 Ore ha provato a fare i conti in tasca alla categoria rendendo noti gli stipendi. L’indagine è stata compiuta nel 2023 e i dati sono stati reperiti dal Dipartimento delle Finanze del Mef.
Divulgati gli stipendi dei tassisti, ecco perché i numeri non convincono
Nello specifico sono stati analizzati e divulgati i salari degli operatori di Bologna, Firenze, Milano, Napoli e Palermo e l’esito della ricerca ha lasciato tutti di stucco. Stando a quanto si apprende dalle informazioni ottenute, la media nazionale è fissata a poco meno di 18mila euro annui, con difformità più o meno evidenti a seconda della popolarità della zona.
Nella super turistica Firenze a fine anno i tassisti si trovano nelle casse 24.160 euro, ossia poco più di 2mila euro lordi al mese. Al secondo posto della speciale classifica si colloca Milano. Il capoluogo lombardo ha subito un’impennata di visite dopo l’Expo del 2015 e restando ad oggi una delle capitali mondiali di moda e design è particolarmente proficuo per chi fa questo mestiere.
Sono 22.551 gli euro medi denunciati annualmente dagli autisti meneghini contro i 18.899 di quelli di Bologna e addirittura i 15.726 euro di Roma, dove oltre a scarseggiare devono accettare compensi al limite. Non meglio va a chi lavora a Torino. Nella città sabauda, ben coperta da treni e metropolitana almeno nelle zone clou, chi guida il taxi riceve una paga annuale di 13.349 euro.
E si soffre ancora di più a Napoli e a Palermo dove le somme scendono a 12.791 e 10.730 euro. Una volta pubblicate queste cifre la polemica è impazzata. Molti le hanno ritenute poco credibili, ma più di tutto imputabili allo scarso utilizzo di strumenti di pagamento tracciabile come il POS che rende impossibile la mancata certificazione delle corse effettuate.
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