Ripescata anni dopo una verità scomoda pronunciata da Marchionne sull’Alfa Romeo. E’ una pugnalata.
Il 2024 di Alfa Romeo non è stato certo esaltante, specialmente per quanto riguarda il mercato statunitense, ma i primi sei mesi del 2025 hanno visto il marchio italiano in grande crescita. Se a giugno ha addirittura registrato l’89% in più di vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è stato aprile il mese più soddisfacente con ben 3.273 auto consegnate. Il modello più ricercato, manco a dirlo è stato il tanto contestato (per ragioni di nome) SUV Junior. Eppure, in mezzo a queste ultime notizie benauguranti per il futuro, una frase è tornata a riecheggiare.
Si tratta di una dichiarazione di Sergio Marchionne, ovvero di colui che per primo credette nell’asse Italia – America tanto da dare vita a FCA per contrastare i colossi asiatici e tedeschi. Un antipasto di quella che poi, con l’innesto di PSA, sarebbe diventata Stellantis. Il compianto manager italo-canadese credeva fortemente nel Biscione e nel suo potenziale, per questo un giorno pronunciò delle parole che adesso fanno ancora più male, oltre che pensare vista la crisi che fino allo scorso dicembre ha colpito il costruttore.
Alfa Romeo trattata come un agnello sacrificale, la stoccata di Marchionne fa ancora male
Quando un produttore di qualità e fama come Alfa vive le difficoltà di cui abbiamo accennato, ci si domanda sempre come sia stato possibile, come sia potuto accadere. Una risposta a questo interrogativo l’aveva individuata a suo tempo proprio l’allora presidente cospargendosi il capo di cenere prima di riconoscere che anche in passato il marchio era stato maltrattato malgrado un valore non dissimile da quello di BMW. “Pure noi lo abbiamo fatto, per cui bisognerebbe tornare alle radici e ridarle la credibilità che aveva prima sui mercati”.
“Il non aver potuto guadagnare nulla non è un bene”, il suo pensiero. Gli errori di valutazione e la scarsa lungimiranza dovevano essere, per l’imprenditore, un monito di rottura. Ad Arese sarebbe stato necessario aggiornarsi dal punto di vista tecnologico e crearsi dei margini per poter investire, così da dare all’utenza vetture sempre nuove, al passo coi tempi e dal buon rapporto qualità/prezzo. In quell’anno, ad esempio, era il 2014, venne lanciata con un grande show la Giulia, uno dei modelli poi più di successo e attorno a cui ruotano tuttora evoluzioni e restyling per essere all’avanguardia.
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