Avranno dei dettagli unici. Le moto più amate di sempre tornano sul mercato e Suzuki fa il botto.
In un mercato che cerca sempre di stupire con progetti fuori dal comune e innovativi, c’è anche chi preferisce guardare al passato, a quei modelli storici che avevano raccolto molti apprezzamenti e che tutt’oggi scatenano batticuori tra gli appassionati. Marchi come Suzuki, ma non solo, hanno voluto strizzare l’occhio ai più sensibili alla tradizione rilanciando moto capaci di ottenere molto successo e arricchite di dettagli unici.
In un’epoca di reunion e revival, anche questa potrebbe essere definita un’operazione nostalgia, non fosse che i costruttori protagonisti hanno investito parecchio nella ricerca di soluzioni alternative e contemporanee per non scadere nella mera citazione del passato, quanto piuttosto per offrire ai clienti dei prodotti sì celebrativi, ma provvisti di tutte le dotazioni all’avanguardia, nel pieno rispetto della normativa relativa alle emissioni entrata in vigore proprio quest’anno.
Stanno tornando la Suzuki GSX-R1000R e la Honda CBR600RR, grande attesa tra i più sportivi
Per tentare di tamponare la fuga verso la concorrenza cinese, Suzuki e Honda hanno avuto la medesima intuizione, quella di riproporre due modelli di grande successo nell’epoca di uscita, così da solleticare l’interesse nei più giovani, come nei centauri con qualche anno in più. Messe fuori gioco dalle norme sull’inquinamento Euro5 e ancora di più dall’attuale Euro 5+ le supersportive GSX-R1000R e CBR600RR sono dunque tornate allineate alle nuove esigenze.
Per quanto concerne la GSX, ancora dotata del suo vecchio quattro cilindri, la novità è rappresentata dalle tre livree heritage: il blu che rimanda alla 750, il rosso acceso utilizzato da Kevin Schwantz nel Motomondiale, e il giallo in stile Alstare SBK. La CBR, invece, ha replicato i colori più amati della prima versione e della stessa ha mantenuto il motore in grado di esprimere fino a 119 cv a 14.500 giri.
Al contrario ha voluto arricchire l’elettronica, introducendo la piattaforma inerziale a sei assi, il quickshifter di serie e il controllo di trazione a nove livelli. Emozionanti e divertenti da guidare come al solito, hanno cambiato soltanto parzialmente l’estetica in modo da rimanere sempre riconoscibili. E anche dal punto di vista tecnico, con furbizia, le due Case si sono mosse in un’ottica di rinnovamento limitato per non snaturarne l’essenza e non far scappare gli affezionati alle declinazioni originali.
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