Continuano i guai per le principali produttori di auto. I top brand stanno collezionando richiami nel corso del 2025.
L’industria dell’automotive sta vivendo una fase molto complessa anche a causa dei difetti tecnici delle vetture. Sono tantissimi i brand che sono piombati in una forte crisi. Le Case, a causa del calo di vendite, dovrebbero essere ancora più attente alle dinamiche costruttive, evitando avarie che fanno perdere decine di milioni di euro.
Uno dei problemi principali è spesso il motore. Il cuore pulsante dell’auto è anche l’elemento più costoso e delicato. Tutti i principali top brand stanno andando incontro a dei serissimi difetti. Solo lo scorso aprile General Motors ha richiamato 721.000 motori V8 da 6,2 litri. Toyota, brand numero 1 al mondo per vendite, è stata costretta a richiamare con oltre 102.000 motori V6 nel 2024. Honda ha ritirato dal mercato quasi 250.000 V6. Stellantis sta provando a gestire i problemi tecnici con 112.589 motori turbo a quattro cilindri.
I problemi tecnici ai motori sono riconducibili a un guaio comune, come viene riportato sulle colonne di Automotive News, ovvero olio leggero e cilindrate basse per ridurre i consumi. I motori più piccoli generalmente consumano meno carburante e per massimizzare questo vantaggio i top brand si sono concentrati sull’efficienza termica.
Problemi ai motori per i colossi dell’automotive
Nel tentativo di unire in un concetto di modeste dimensioni e peso efficienza, prestazioni e margini di lubrificazione sta portando ad avarie significative. l casi delle avarie alla distribuzione del motore 1.2 Puretech di Stellantis non è un unicum sul mercato: diversi brand hanno accusato difetti più o meno gravi ai motori.
Il 1.0 EcoBoost della Ford è andato incontro a problemi analoghi e anche in quel caso la cinghia è stata poi sostituita da una catena. In tutti questi episodi la cinghia di gomma in bagno d’olio si deteriora prematuramente creando detriti che vanno a otturare la pompa dell’olio compromettendo così la vita stessa del motore. Il diesel Ingenium di 2 litri del Gruppo Jaguar Land Rover utilizza due catene di distribuzione e raddoppia di fatto il rischio di guasti. Persino Mazda, Renault, Nissan, BMW e Toyota hanno riscontrato avarie impattanti sull’affidabilità dei motori. La Yaris, tra il 2005 e il 2011, ha riscontrato vari casi di rottura della catena di distribuzione. In passato e nel presente tantissimi produttori hanno avuto danni d’immagine a causa delle avarie ai motori.
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