E’stato lo stesso Antonelli a svelare il motivo del suo secondo nome. Ve lo anticipiamo. Chi ha ipotizzato quell’inevitabile riferimento ha sbagliato …
E’ stato un primo anno in Formula 1 soddisfacente per Andrea Kimi Antonelli. Tra alti e bassi, il 19enne pilota bolognese della Mercedes ha concluso il Mondiale al settimo posto con 150 punti conquistati, appena 6 in meno di Lewis Hamilton, pilota che lo stesso Antonelli ha sostituito dopo il passaggio del sette volte campione del mondo alla Ferrari.
Sorprendendo tutti dopo l’addio improvviso di Hamilton, Toto Wolff ha deciso di puntare sul giovane talento che seguiva da tempo e Andrea Kimi ha ripagato la fiducia conquistando tre podi con il secondo posto in Brasile e due terze posizioni nel GP di Austin e in quello del Canada. Risultati di rilievo cui deve aggiungersi anche la pole position nella Sprint Race di Miami poi vanificata con il settimo posto in gara.
A conclusione di una buona annata è arrivato anche il rinnovo di contratto per un’altra stagione. Nel prossimo Mondiale, Antonelli non gareggerà da rookie con la Mercedes, un avanzamento che accresce le sua ambizioni ribadite in una recente intervista ad automoto.it nella quale ha dichiarato che, qualora dovesse esserci l’opportunità, si farà trovare pronto per lottare per il Mondiale.
Antonelli, ecco perché si chiama Kimi: ha svelato tutto lui
Nel suo primo anno in Formula 1, Antonelli ha destato la curiosità degli appassionati anche per altri aspetti. Diventato maggiorenne nell’agosto 2024, il pilota della Mercedes ha conseguito quest’estate il diploma di scuola superiore e – pensate – ha preso anche la patente di guida. Inevitabilmente, non poteva non incuriosire anche il suo nome. Se un pilota di F1 si chiama Kimi ed è nato nel 2004 è scontato che ci sia un accostamento con Kimi Raikkonen, il pilota finlandese ultimo a vincere un Mondiale con la Ferrari nel 2007.
Beh, se lo avete pensato vi siete sbagliati. E’ stato lo stesso Antonelli a svelare l’origine del suo secondo nome in un’intervista a Fanpage. Decisivo, a quanto pare, è stato un amico di famiglia. “Kimi non è un nome riferito al pilota – ha spiegato – Mio padre voleva darmene uno che suonasse bene con il nome e il cognome ma non riuscivamo a trovarne uno giusto. Me lo diede Enrico Barteggia che è un nostro grande amico. Fu proprio lui a darmi Kimi ma non si riferisce al pilota.”
La versione del pilota Mercedes è stata confermata dalla madre che, in una successiva intervista, ha rivelato anche un altro aspetto interessante: “E’ stato l’ex pilota Barteggia a darci il consiglio. Il bello è che molti pensano che sia un soprannome o che se lo sia dato da solo. Invece non è neanche un secondo nome. Non c’è la virgola dopo Andrea.” Un doppio nome che ha fatto comodo anche a Toto Wolff. Il team principal della Mercedes infatti lo chiama Andrea quando fa qualcosa di sbagliato e Kimi nel caso opposto.
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