Le auto spinte da motori termici potranno ancora essere prodotte dopo il 2035, ma i combustibili che le alimenteranno saranno ben diverse da oggi. Andiamo a scoprire i dettagli sui nuovi carburanti.
L’Europa ha deciso di rivedere il futuro del proprio settore automotive mediante un pacchetto di modifiche, emanato durante questa settimana dalla Commissione Europea. Il ban per i motori termici previsto per il 2035 è stato cancellato, e questa è di per sé una notizia positiva per tutto il settore.
Tuttavia, non ci sarà più il libero accesso ai motori a combustione interna alimentati dalla benzina e dal diesel che tutti noi conosciamo. I motori termici dovranno essere alimentati da soluzioni quali i bio-fuel e gli e-fuel, ovvero dei carburanti sostenibili con emissioni di carbonio ridotte. Le case costruttrici, inoltre, dovranno rispettare un livello di riduzione delle emissioni di CO2 allo scarico al 90%, invece che al 100% come stabilito dalla legislazione precedente, che avrebbe aperto le porte al dominio dell’elettrico. Andiamo a scoprire qualcosa in più sui carburanti che domineranno il futuro delle quattro ruote.
Auto, ecco cosa sono i bio-fuel e gli e-fuel
Al giorno d’oggi, occorre andare a distingue i bio-fuel dagli e-fuel, ed è importante saperli separare per via delle loro caratteristiche.
- Bio-fuel: Sono combustibili prodotti dalla biomassa, come scarti agricoli, oli vegetali, ma anche grasso animale. Sono energie rinnovabili, perché la materia prima si rigenera in tempi molto ridotti. La CO2 allo scarico è la stessa che assorbe la pianta, ed è così che si crea un circolo chiuso. Le tipologie di bio-fuel principali sono il bio-etanolo, che nasce dalla canna da zucchero o dal mais fermentati, elementi che poi si miscelano alla benzina. C’è poi il bio-diesel tradizionale, l’HVO, ovvero l’ormai ben noto Hydrotreated Vegetable Oil, che rimpiazza il classico gasolio senza modificare il motore. Interessante anche il bio-metano, che original dalla decomposizione dei rifiuti organici;
- E-fuel: Parliamo di un carburante sintetico che nasce da idrogeno verde, che si miscela CO2 catturata, ed è compatibile con i motori odierni. Il guaio è che è molto costoso, con un prezzo di 7 euro al litro a livello industriale, e l’obiettivo è quello di riuscire a dimezzarlo entro il 2030, ma urge lavorare duramente per farcela.
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