Il Governo ha deciso per una strada netta e decisa, con i nuovi standard che fanno discutere.
Il 2026 si appresta a essere un anno di grandi cambiamenti nel mondo della gestione della mobilità, con il Governo che sta attuando una serie di importanti innovazioni. Per prima cosa è bene tenere in considerazione il fatto che si dovranno valutare con attenzione le situazioni legate alle ZTL e anche al blocco di determinate vetture.
Infatti è ormai realtà il fatto che l’Europa abbia deciso di rivedere, finalmente, il piano del Green Deal. Le auto ibride e quelle che funzionano con biocarburanti avranno modo di poter essere prodotte anche dopo il 2035, anche perché nel caso ciò non fosse avvenuto sarebbe stato un tracollo per l’Europa.
Sono però diversi gli aspetti che si devono tenere in considerazione nel momento in cui si deve andare nella direzione della riduzione delle emissioni. Non basta solo puntare il dito contro le auto, ma sono anche tanti sistemi che si utilizzano quotidianamente ad aumentare l’inquinamento, con il nuovo regolamento sulle caldaie che fa molto discutere.
Stop ai controlli delle caldaie: scatta la polemica
Si sta per dare il via a una nuova pazzesca procedura per quanto riguarda la gestione delle caldaie nelle case degli italiani. Infatti l’idea è quella di portare a un clamoroso stop ai controlli obbligatori, anche se questo ha portato a una vera e propria insurrezione da parte dell’Unione Artigiani della provincia di Monza e Brianza e di Milano.
Tra le principali innovazioni del decreto ministeriale, richiesto dal Ministero dell’Ambiente, vi è l‘Articolo 8 comma 3, con questo che eliminerebbe le ispezioni “in situ” per tutti quelli che sono gli impianti termici che si trovano al di sotto dei 70 chilowatt. Questo però riguarda di fatto quasi tutte le caldaie che sono presenti nelle case degli italiani, dato che sono in totale 20 milioni.
Gli unici controlli necessari sarebbero quelli a distanza. Secondo l‘Unione degli Artigiani questa decisione rappresenterebbe però un durissimo danno economico, con la riparazione e i controlli delle caldaie che prevedono anche degli specialisti che rischierebbero di vedere crollare i loro introiti. Inoltre si sottolinea il rischio di incendi e anche un aumento del tasso di inquinamento. Una scelta dunque che per il momento convince ben pochi lavoratori e si tornerà dunque a discutere.
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