Marc Marquez e la Honda hanno dominato dal 2013 al 2019, ma ora emerge un dettaglio che sorprende e non poco su ciò che accadde nel team di Alberto Puig. Ecco la rivelazione.
Il mondo della MotoGP si gode qualche mese di vacanza, in attesa dei test di Sepang che a febbraio daranno il via alla nuova stagione. Marc Marquez è pronto per andare a caccia del decimo titolo mondiale, in quello che sarà l’ultimo anno di questo ciclo tecnico. Il 2027 porterà poi ad una rivoluzione totale, con i contratti che scadranno giusto prima del nuovo regolamento, e possibili ribaltoni nelle formazioni dei team.
Marquez ha portato a casa il titolo al suo primo anno con il team factory Ducati, ed il 2026 rappresenta l’occasione più ghiotta per passare in doppia cifra, visto che, dall’anno successivo, tutto potrebbe cambiare, e la casa di Borgo Panigale potrebbe vedere svanire tutto il proprio vantaggio. Nel frattempo, un ex compagno di squadra di Marc ai tempi della Honda ha rivelato una curiosità su quanto accadde qualche anno fa, ai tempi della convivenza con il nativo di Cervera. La tensione, a quei tempi, era salita alle stelle.
Marquez, Pol Espargarò tira fuori tutta la verità
Nel corso di un’intervista rilasciata agli spagnoli di “AS“, Pol Espargarò, compagno di squadra di Marc Marquez alla Honda nel biennio 2021-2022, ha parlato della convivenza con il nativo di Cervera, anche ai tempi della classe 125: “Era molto difficile correre contro di lui, anche in 125, ero piccolo perché non sono molto alto, ma rispetto a Marc ero anche molto corpulento. Lui era piccolo, pesava poco e sapevi che ti avrebbe potuto superare in qualsiasi rettilineo, ma aveva anche un enorme talento, che andava oltre il fisico“.
Pol ha poi ricordato i tempi in cui lui e Marquez erano compagni di squadra in Honda, facendo riferimento anche ad alcuni momenti di tensione: “Ci sono state delle fasi molto calde, come in Qatar, ricordo che non mancarono dei momenti di tensione tra di noi. Tuttavia, ci siamo calmati quasi subito, abbiamo capito che in quel momento correvamo entrambi per la Honda, eravamo in difficoltà a livello tecnico e la moto non funzionava bene. L’unica cosa da fare era quella di aiutarci l’un l’altro, così da poter risollevare il progetto. La Honda, all’epoca, lavorava con il metodo giapponese, rigoroso e molto duro. Le cose però cambiano ed il tempo richiede molti adattamenti. Molte volte, esagerando, si rischiavano anche gravi infortuni“.
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