Il mondo delle auto deve fare i conti con tanti problemi, con la “Fabbrica del Vento” che ora chiude i battenti.
Le innovazioni che stanno avvenendo in questi ultimi anni nel mondo delle quattro hanno sicuramente comportato degli importanti scossoni. Lo si vede soprattutto da un punto di vista tecnico, con la maggior parte delle aziende che si è trovata nella condizione di dover progettare auto in versione elettrica.
SI tratta però di una scelta che per il momento non sta di certo pagando come molti avrebbero immaginato. Le vetture a impatto zero sono ancora ben lontane dal poter offrire le medesime prestazioni delle termiche. La produzione deve essere sempre più imponente, dunque ci si deve rifare in altri settori.
Una delle grandi realtà che ha evidenziato come ci siano dei grossi problemi in questo momento è un mito assoluto come la Volkswagen. Il marchio di Wolfsburg infatti ha messo in chiaro come ci sia il forte rischio di chiusura degli stabilimenti in Germania se la situazione non migliorerà. Proprio in quest’ottica ora è tempo di fare i conti con un’altra disastrosa notizia.
Volkswagen chiude la “Fabbrica del Vetro”: non era mai successo
Che la gestione attuale del settore delle automobili sia fallimentare da parte di politici e manager è sotto gli occhi di tutti. Lo si capisce ancora di più nel momento in cui la Volkswagen ha annunciato per la prima volta in 88 anni Diu storia la chiusura di uno dei suoi stabilimenti in terra tedesca, ovvero la storica “Fabbrica del Vetro” di Dresda.
Si tratta di una struttura davvero all’avanguardia e al passo con i tempi, ma la produzione della ID.3 non ha portato ai risultati sperati, portandola nella sede di Zwickau. L’intenzione in questo momento è quello di tagliare i costi quanto più possibile.
Non ci sarà però il totale smantellamento della fabbrica, ma si farà in modo tale che questa possa essere rilanciata come centro di consegna di veicoli e di sperimentazione. La situazione è sempre più complessa, con la Volkswagen che sta cercando di ridurre le spese, ma dall’altro deve anche investire. Una situazione molto complessa che deve per forza trovare una soluzione, con l’industria europea che è in una condizione di crisi davvero molto preoccupante.
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