Continuano i problemi per i produttori di auto europei. Il marchio della Losanga è piombato in una profonda crisi con un progetto che non è decollato.
Le Case costruttrici, all’alba del 2026, avevano immaginato un mondo green in cui in Unione Europea avrebbero girato veicoli elettrici e sarebbero stati presenti numerosi servizi di car sharing. Guardandoci intorno, ferme ai semafori, continuiamo a vedere le stesse auto di sempre. Vecchi veicoli termici sempre più datati e sgangherati confermando che il tanto atteso ricambio generazionale non è avvenuto e forse non avverrà.
Il Belpaese continua a conservare uno dei parchi auto più vetusti d’Europa, i prezzi delle EV non sono scesi affatto e le colonnine pubbliche di ricarica non sono spuntate come funghi in autunno. La filiera elettrica non ha fatto altro che mandare in crisi l’intero comparto automotive con vendite sempre più a ribasso, salvo incentivi per le EV, facendo dubitare anche i top brand che avevano investito in servizi collaterali alle proposte sul mercato full electric.
L’italiano medio sente la necessità di possedere un’auto, anche se vecchia e inquinante, e non appare interessato alle modalità di sharing. Persino nelle grandi città nostrane non si è avuto il tanto atteso boom con un uso moderato del car sharing. La Renault, promotrice della tecnologia green, aveva lanciato un sistema piuttosto avanzato di micro-mobilità.
Stop immediato all’idea rivoluzionaria della Renault
Il Gruppo francese è costretta a dire addio all’ambizioso progetto della divisione Mobilize Beyond Automotive, dal car sharing urbano ai micro-veicoli elettrici, che avrebbero dovuto invadere le metropoli europee. Il servizio di car sharing Zity chiuderà anche a Milano e verrà progressivamente sospeso a Madrid. La produzione del quadriciclo elettrico Duo e della versione cargo Bento è stata arrestata a pochi mesi dal lancio.
I vertici di Renault hanno annunciato che queste attività non offrivano prospettive di redditività credibili sul lungo periodo né sinergie sufficienti con le priorità strategiche del Gruppo. Mercedes e BMW hanno ceduto FreeNow a Lyft e i progetti non hanno avuto la risonanza attesa. Il marchio Mobilize resterà soltanto per i servizi finanziari, mentre il resto sarà valutato caso per caso nei prossimi mesi. Del resto la tecnologia elettrica non attira e l’accesso alle reti pubbliche si è rivelato molto più complesso del dovuto. Nessuna Casa costruttrice può permettersi, in questa fase di crisi, di buttare troppo denaro in progetti che non hanno appeal e non hanno funzionato.
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