Marc Marquez ha lasciato la Honda alla fine del 2023, ed uno dei più grandi artefici dei successi del nativo di Cervera ha raccontato la verità sulla fine della storia d’amore del #93 con i giapponesi.
Le strade di Marc Marquez e della Honda si sono separate ufficialmente al termine della stagione 2023, dopo 11 anni di legame, che hanno fruttato al nativo di Cervera la vittoria di 6 titoli mondiali in MotoGP. Marc e la Honda hanno formato un sodalizio invincibile, dominando la scena dal 2013 al 2019, con la sola eccezione della stagione 2015, nella quale a primeggiare furono le due Yamaha.
Il rapporto si è poi incrinato a seguito del devastante infortunio del 2020, che costrinse il #93 a restare a lungo lontano dalle piste. In quel preciso istante, la Honda iniziò a perdere competitività, scivolando in fondo alla griglia, ben distante dalle dominanti Ducati, ma anche dalle altre case europee. Tutto ciò portò al clamoroso passaggio di Marquez al Gresini Racing, che gli ha poi aperto le porte per l’approdo al team ufficiale Ducati. Nelle ultime ore, sono arrivati maggiori dettagli relativi alla separazione tra le due parti, che ha cambiato la storia recente della classe regina.
Marquez, Santi Hernandez parla del suo addio alla Honda
Santi Hernandez, ex capotecnico di Marc Marquez alla Honda e compagno di tanti successi, ha raccontato l’addio dell’amico alla casa giapponese a “DAZN“: “All’epoca, dissi a Marc che non era lui quello finito, e che avrebbe dovuto andarsene. In quel momento, non gli stavano dando le armi per ottenere ciò che voleva, per poter tornare ad essere felice e gioiosa di stare su una moto. Non si stava più divertendo, non riusciva più a giocarsi il titolo. Era frustrato, non amareggiando. Io gli dissi che non avevamo le armi per farlo competere. Accettare la chiamata del team Gresini non gli assicurava che avrebbe vinto subito, ma lo avrebbe aiutato a capire che non era lui il problema“.
Hernandez, attualmente ancora in forze alla Honda, ha messo da parte tutto ed ha offerto il proprio consiglio a Marquez come un amico, non come un collega di lavoro: “Non pensai quanto l’addio di Marc potesse farmi male, ed a livello professionale, se fosse stato egoista, avrebbe agito in modo diverso. Ma, quando un amico di chiede un opinione, io penso sia giusto mettere da parte gli interessi, perché altrimenti non sei un amico. Io gli ho detto subito chiaramente ciò che pensavo fosse meglio per lui“.
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