Il gruppo Stellantis sta vivendo una fase di importanti cambiamenti, ed ora arrivano delle notizie che non fanno ben sperare in chiave futura. In atto c’è una vera e propria guerra di potere.
Come ben noto a tutti coloro che seguono le vicende del settore automotive, il gruppo Stellantis è nato dalla fusione tra FCA, ovvero FIAT Chrysler Automobiles, e PSA, un gigante francese al cui comando vi era il marchio Peugeot. Dunque, potremmo parlare di un gruppo italo-francese, con importanti influenze statunitensi. La divisione francese vuole ora rialzare la testa, così da riconquistare una posizione importante in chiave futura.
Dopo l’addio di Carlos Tavares e l’avvento del nuovo CEO, l’italiano Antonio Filosa, l’ala transalpina sembra aver perso potere, ed è per questo che è in atto una sorta di lotta interna, soprattutto nella famiglia Peugeot. L’obiettivo è quello di conquistare un seggio nel consiglio di amministrazione di Stellantis, e la questione è ben lungi dall’essere risolta.
Stellantis, l’ala francese vuole tornare a ruggire
Secondo quanto emerso nelle ultime ore, la lotta vede invischiati il 75enne Robert Peugeot ed il cugino 60enne Xavier Peugeot. Il primo è l’attuale rappresentante della famiglia, mentre il secondo è il capo del marchio DS, che vuole prendere il posto di Robert, giudicato da molti ormai troppo discreto e tranquillo per ricoprire una posizione di quella importanza.
Una fonte vicina a Xavier ha così reso noto: “Alla sua età, non è un insulto effettuare un passaggio del testimone“. A dover prendere una posizione sarà Peugeot Invest, la holding di famiglia, attualmente nelle mani del figlio di Robert, ovvero Edouard. La strategia di Xavier si andrebbe a basare su un rinnovamento generale della strategia del marchio, con l’obiettivo di alzare la voce e di rendere l’ala francese più presente nel gruppo Stellantis, così da avere più impatto diretto sulle decisioni dei vertici.
Allo stato attuale delle cose, Robert è sotto accusa da molti membri della sua famiglia, non avendo mai opposto resistenza alle decisioni di John Elkann e dei suoi collaboratori, dando carta bianca alla fazione italiana ed a quella americana, soprattutto nel momento in cui è stato scelto il nuovo CEO. A far discutere è anche la retrocessione, voluta da Antonio Filosa, dei vecchi dirigenti di PSA, con tanto potere dato a membri italiani e provenienti da altre realtà. La partita è tutta da giocare, ed il futuro dell’automotive francese passa tutto da qui. A breve la decisione.
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