I risultati ottenuti dal gruppo Renault, tanto con il marchio principale quanto con la Dacia, hanno portato la FIAT ad effettuare un passo indietro. Andiamo a scoprire quali sono i suoi piani.
Il mercato dell’auto ha subito una rivoluzione nel corso degli ultimi anni, con la gran parte dei costruttori che ha scelto di investire nell’elettrificazione ed in una mobilità più sostenibile. A spaventare è il ban ai motori termici in programma per il 2035, che ha costretto i brand a riprogrammare la produzione, puntando su tecnologie più sostenibili.
Tuttavia, il famoso ban europeo potrebbe essere rivisto, a seguito della scarsa diffusione dei veicoli ad emissioni zero. In tal senso, in molti stanno riconsiderando addirittura l’alimentazione benzina-GPL, in grado di dimostrarsi più sostenibile ed efficiente. La Renault e la Dacia hanno dato il via a questo ritorno al passato, facendo registrare numeri di mercato da primato. Anche il gruppo Stellantis ed in particolare la FIAT sembrano voler prendere esempio, come dimostrato dalla notizia emersa negli ultimi giorni.
FIAT, nel 2026 tornerà la Pandina a GPL
John Elkann e l’intero gruppo Stellantis stanno ripensando la loro strategia di mercato, decidendo di investire in una tecnologia che, sino a poco fa, sembrava quasi morta. Nel 2026 arriverà la FIAT Pandina a GPL, un’alternativa alla versione odierna, disponibile solamente con il motore 1.0 FireFly 3 cilindri da 70 cavalli Mild Hybrid a benzina.
La notizia è stata riportata dal “Corriere della Sera“, che ha pubblicato l’intervista al CEO della casa di Torino, ovvero Olivier Francois, il quale ha confermato questo gradito ritorno. Al momento, ci sono poche informazioni su questo nuovo modello, ed il sito web “Motor1.com” ha provato ad immaginare il motore che lo andrà ad equipaggiare. La soluzione più probabile pare essere l’1.0 FireFly Mild Hybrid attuale da 65 cavalli dotato dell’impianto a GPL, anche se c’è l’opzione dell’1.2 PureTech di derivazione PSA alla finestra.
In ogni caso, il ritorno della FIAT Pandina a GPL potrebbe aumentare ancor di più le vendite di un modello che appare immortale. Sul fronte dei prezzi, possiamo immaginare un costo d’attacco nell’ordine dei 18.000 euro, leggermente superiore a quello del modello ibrido, ma con la garanzia di poter avere importanti risparmi sul fronte dei consumi e delle emissioni inquinanti. A breve scopriremo la verità.
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