La Casa torinese ha deciso di lanciare la nuova versione della Panda in una fase complessa e sono emersi gli stessi problemi della prima serie proposta nel 1980.
Dopo tanta attesa è arrivata sul mercato la FIAT Grande Panda, una delle vetture che avrebbe dovuto stravolgere gli equilibri in positivo del car market italiano. Il crossover compatto di segmento B, destinato inizialmente solo al mercato europeo e in seguito a quello globale, presenta una lunghezza di circa quattro metri e non teme le gite fuori porta.
La Grande Panda è più grande dell’utilitaria di segmento A della gamma e riprende alcuni tratti estetici del primo storico modello. Lo stile è robusto e massiccio. Il suo look ha riportato i nostalgici al frontale della prima serie ma in una chiave moderna. La prima generazione, lanciata 45 anni fa, è stata molto apprezzata, classificandosi seconda nel concorso del 1981, mentre la Ford Escort divenne l’auto dell’anno.
I cerchi in acciaio da 16″ della nuova Grande Panda presentano pneumatici di dimensioni 205/60R16, riprendendo lo storico motivo della FIAT. Sono state scelte luci alogene per i gruppi ottici e i pixel donano all’auto un look futuristico.
L’abitacolo vanta due monitor per strumentazione digitale (da 10″) e infotainment (da 10,25″). La Grande Panda Pop è equipaggiata con un motore mild hybrid da 100 CV, costituto dal 1.2 tre cilindri affiancato da un piccolo motore elettrico da 21 kW (28,5 CV) integrato nel cambio e alimentato da una piccola batteria agli ioni di litio a 48 Volt da 0,9 kWh.
Il problema della FIAT con la Grande Panda
Negli ultimi anni Stellantis si è trovata in una situazione molto difficile da gestire dal punto di vista commerciale. I risultati di vendita non sono stati all’altezza delle ambizioni. E’ la Pandina la vettura Hybrid, prodotta nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, più venduta in Italia con 7.671 immatricolazioni pari ad oltre il 57% del segmento A delle citycar. La Grande Panda, a settembre, ha chiuso con 2.526 unità. Troppo poco per un’auto che nel suo primo anno di vita avrebbe dovuto cavalcare l’hype.
Nel 1980 la FIAT non navigava in buone acque e si stava scontrando con la concorrenza spietata delle auto francesi, Renault 4 e Citroen Dyane, che con un prezzo poco più alto della 126 offrivano vetture più complete e moderne. Ora la Casa torinese deve fronteggiare il successo di Dacia e di nuovi costruttori che puntano sul low cost. Non sarà facile rialzare la china per Elkann, specialmente fuori dai confini nazionali.
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