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Volkswagen scappa in Cina: licenziamenti in Germania e costi ridotti del 50%

Volkswagen - Reportmotori.it
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Il Gruppo Volkswagen sta avendo un calo di vendite nel Vecchio Continente. Una crisi acuita dalla mancata crescita del comparto green.

La Volkswagen in passato ha costruito la sua fama su vetture adatte alle esigenze degli europei. Dopo il dieselgate ha iniziato a deragliare, puntando su una gamma di EV. Con troppo ottimismo i vertici della Casa di Wolfsburg hanno pensato che la ID.3 potesse diventare la nuova Golf e aprire una nuova era nell’industria delle quattro ruote 2.0. Nulla di più sbagliato e lo si è visto anche con i flop delle altre proposte della gamma ID.

Volkswagen scappa in Cina: licenziamenti in Germania e costi ridotti del 50%
Volkswagen – Reportmotori.it

Nel giro di pochi anni il colosso tedesco è scivolato in una crisi prevedibile con un po’ di analisi del mercato. La Germania sembra diventato l’epicentro di questo terremoto, mentre la Cina potrebbe essere l’ancora di salvezza per il rilancio del Gruppo. Il taglio di personale, le chiusure degli stabilimenti e i problemi con i chip devono leggersi nell’ottica di un’apertura verso altri mercati. Gli europei stanno attraversando una fase di crisi economica che pare irreversibile.

Volkswagen, nuova factory in Cina

La nuova fabbrica Volkswagen a Hefei, circa due ore di treno da Shanghai, promette di cambiare il destino della Casa teutonica, almeno nel Paese del Dragone Rosso. Si tratta di un impianto da 2,5 miliardi di euro, costruito per produrre auto elettriche a prezzi competitivi e con costi fino al 50% più bassi di quelli in Germania. Lo scopo di VW è quello di giocarsi le sue carte nel florido car market cinese.

Volkswagen la più potente di sempre
Volkswagen logo (ANSA) – Reportmotori.it

Il Sole 24 Ore ha spiegato che la nuova factory VW di Hefei, in Cina, integrerà software, hardware e validazione dei veicoli elaborati in un unico impianto. Diventerà il primo sito nella storia della Volkswagen in cui modelli e piattaforme verranno integralmente sviluppati senza l’apporto della fabbrica madre in Germania. Siamo davanti a una rivoluzione epocale. E’ come se la Ferrari aprisse una Maranello in Cina per puntare esclusivamente all’Oriente con una produzione specifica. Appare una mossa disperata per fronteggiare sul territorio locale colossi come BYD, Geely, Chery e non è detto che risulti un investimento intelligente.

I cinesi potrebbe sempre preferire il prodotto Made in Cina. Si parla di periodi di sviluppo del 30% più corti rispetto ai 50 mesi tradizionali; stipendi più bassi che offrono di tagliare il costo produzione delle EV fino al 50% rispetto a quelli sostenuti in Germania nel 2023. L’obiettivo è lanciare oltre 30 veicoli elettrici in Cina nei prossimi cinque anni. Vedremo se poi arriveranno anche in Europa e a che prezzi.

Scritto da Davide Russo

Laureato in Giurisprudenza, appassionato delle leggi dei motori. Davide ha iniziato a collaborare con diversi web magazine italiani, spaziando dal Motorsport all’Automotive, con un occhio alle innovazioni e l’altro alle curiosità storiche. Ha un pensiero che è diventato uno stile di vita: “I believe that everyone has a calling, motorsport is my true passion!”.

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