La Casa modenese ha un serio problema nella massima categoria del Motorsport. Scopriamo cosa c’è dietro l’insuccesso della Scuderia.
Dal 2008 la Ferrari non vince in Formula 1 e questo è un chiaro segnale di una squadra che, nonostante più regolamenti tecnici, non ha più trovato una quadra. Se la puzza del pesce notoriamente arriva dalla testa, allora è giusto porre l’attenzione sulla sgradevole figura di John Elkann, sempre più sconnesso dalla realtà italiana e incapace di analisi lucide sull’operato dei piloti. L’erede dell’impero di Gianni Agnelli ha preso le redini del Cavallino, nelle ore antecedenti la morte di Marchionne, con lo scopo di guadagnarci più possibile.
I successi nel WEC non sono certo un’opera di Elkann che, davanti alla crisi e al budget cap in F1, ha smistato parte degli uomini per il progetto Endurance, che poi si è rivelato vincente con una gestione esterna. Il Presidente della Ferrari, lo scorso 10 novembre, è stato al centro di discussioni poco in linea con la tradizione storica dei suoi predecessori. Montezemolo non avrebbe mai pubblicamente dichiarato: “I piloti devono parlare meno e pensare a guidare”. Parole che lasciano trasparire un malcontento verso il neo acquisto Hamilton, ma anche nei confronti di Charles Leclerc che ha trascinato la squadra nel 2025 con 7 podi nelle sfide domenicali.
I problemi della Ferrari sono legati a un gruppo di lavoro poco coeso. Poco conta se al muretto ci siano stati Arrivabene, Binotto o Vasseur. La squadra ripete sempre gli stessi errori. A livello tecnico con i nuovi regolamenti gli ingegneri non sono mai stati in grado di creare una monoposto che fosse il punto di riferimento in pista.
L’ex driver punta il dito sulla Ferrari
In occasione del podcast della testata The Race ‘Stay on Track’, l’ex pilota ed ex steward FIA Johnny Herbert ha dichiarato: “Ritengo che il presidente sia stato molto duro. Lewis ha una grande esperienza, ha vinto i mondiali con Mercedes e McLaren e sa come lavorano quei team, in modo molto metodico”.
“Credo che quello che dicono sia giusto. Sono critici nei confronti del team e delle prestazioni della macchina e questo è il loto lavoro. Il fatto che John dica ai piloti di stare zitti non è una cosa positiva, rende le cose un po’ più difficili per loro. Purtroppo il problema è in fabbrica, dove gli ingegneri non sono riusciti a produrre quanto richiesto. Se i piloti avessero avuto la macchina di cui avevano bisogno, non avrebbero fatto quel tipo di commenti”, ha sancito l’inglese dalla vasta esperienza in Formula 1.
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