Per il Gruppo Stellantis è una fase molto complessa. C’è bisogno di un cambio di approccio in chiave futura con una visione più aperta.
Il mercato parla e i numeri non mentono mai. Il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA ha raggiunto una quota mercato del 17% nei Paesi dell’UE30, con oltre 1.300.000 immatricolazioni. La strategia vincente di Stellantis si riflette nella crescita nel primo semestre del 2025 delle vetture ibride, segmento in cui Stellantis è diventato un punto di riferimento in Ue, grazie a un incremento di 4,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. La capacità di proporre soluzioni tecnologiche all’avanguardia è una delle strade per tornare al top.
Sui veicoli commerciali il Gruppo è riuscito a fare la differenza con una quota di mercato pari al 13%. Stellantis ha saputo rafforzare la propria presenza, incrementando la quota di 1,4 punti percentuali e avvicinandosi alla soglia del 30% di share europea. L’industria delle quattro ruote sta vivendo una fase complessa e non è facile consolidare una posizione di leadership per molti marchi italiani al di fuori del mercato nazionale.
Lancia e Maserati stanno registrando pessimi risultati di vendita, ma ci sono esempi positivi. Alfa Romeo e Jeep sono tornate a macinare numeri positivi, ma non puntando all’elettrico. Per una questione di scarsità di colonnine di ricarica e un fattore di mentalità, alle nostre latitudini le EV non sono apprezzate.
I prezzi sono rimasti alti. Non c’è alcun tipo di logica dietro la diffusione obbligata di auto a zero emissioni. Jeep Avenger è un punto di riferimento del marchio americano, mentre tra i B-SUV Premium è Alfa Romeo Junior a primeggiare, segno di una strategia ben calibrata che valorizza la tradizione e l’innovazione dei brand iconici del gruppo.
Stellantis segue il modello Jeep
Da luglio alla guida del design europeo di Stellantis c’è Gilles Vidal che ha ridato una identità precisa ai brand. Ogni gamma deve evidenziare i propri tratti distintivi, partendo da quelle che faticano a farlo. Dopo l’esperienza positiva in Renault, il designer ha provato a ridare lustro al DNA dei marchi sopracitati.
“Non si tratta solo di essere un buon marchio, ma di coltivare la propria differenza, quasi spingendola all’estremo per una buona causa”, ha annunciato Gilles Vidal. Peugeot, Citroën e Opel godono già di un’identità chiara, mentre DS deve ancora trovare una propria strada senza sacrificare qualità e liricità. FIAT, Jeep e Alfa Romeo sono i tre cavalli vincenti del colosso europeo.
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