Nuove direttive da Bruxelles, cambia il futuro dei motori più amati dagli automobilisti: ecco che cosa sta succedendo.
Il futuro dell’industria dei motori continua ad essere oggetto di feroce dibattito. Da un lato l’esigenza di tutelare l’ambiente,e limitare quanto prima i danni creati dall’inquinamento nel corso dei decenni con uno stile di vita più sostenibile e a minore impatto sul nostro ecosistema mette sulla carta d’accordo tutti. Dall’altro lato, le modalità con cui l’obbiettivo della neutralità carbonica deve essere raggiunto dividono e fanno discutere, soprattutto per quanto riguarda l’industria dei motori.
L’elettrico sembra essere la soluzione prescelta da istituzioni e aziende per sostituire i vecchi carburanti a diesel e benzina, ma questa visione deve scontrarsi con le difficoltà del mercato. I modelli a batteria continuano a non convincere a pieno, soprattutto per via dei costi più elevati e dei limiti di autonomia della batteria, e la domanda è in dase di forte stallo. Questo ha creato non poche difficoltà ai bilanci delle aziende, che a fronte di tanti investimenti hanno dovuto fare i conti con importanti perdite. Proprio questo fattore ha riaperto la discussione sul futuro, in particolare in Unione Europea, dove le norme in fatto di emissioni sono sempre più rigide, e le istituzioni sono ancora intenzionate a fermare la produzione di auto a diesel e benzina entro il 2035.
UE, arriva la revisione sulla norma?
Proprio per le difficoltà di mercato dell’elettrico, che rendono difficile in questo momento pensare di fare a meno dei motori a combustione, da più parti è arrivata la richiesta di una maggiore flessibilità e di una revisione della norma, con una certa preoccupazione sugli effetti economici devastanti che andare avanti sul terreno intrapreso potrebbe avere sull’industria dei motori europea.
Anche ACEA, l’Associazione dei costruttori europei, si è unita alla richiesta di rivedere lo stop ai motori termici, e di continuare a puntare su una varietà di motori. Anche per consentire ai motori ibridi, che oggi vanno per la maggiore sul mercato e che stanno dimostrando di sapere incontrare il favore del pubblico pur ottenendo un minore impatto dal punto di vista ambientale, di continuare a venire utilizzati. Transizione si insomma, ma in modo graduale, intelligente, e variegato in modo da raggiungere il target senza compromettere la stabilità dell’industria.
Non resta che aspettare e vedere se le richieste ormai incessanti del settore verranno accolte dalle istituzioni. Già il prossimo 10 Dicembre, con il nuovo regolamento sulle E-car, potrebbero arrivare novità e un allentamento della morsa da parte dell’Unione Europea.
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