Il gruppo Stellantis ha preso una decisione forte, decidendo di far saltare un accordo che era stato preso qualche tempo fa con una nota azienda. Scopriamo i dettagli sulla decisione che è maturata.
Sono mesi fondamentali per il gruppo Stellantis, alla ricerca di una soluzione che possa rilanciare le ambizioni di mercato e far ripartire l’azienda dopo diversi anni di grave crisi. Dopo l’addio di Carlos Tavares, ormai risalente a quasi un anno fa, l’azienda è finita nelle mani del nostro Antonio Filosa, vale a dire colui che ricopre il ruolo di CEO, e che dovrà guidare il gruppo fuori dalla crisi.
L’impresa è ovviamente molto ardua, dato che la situazione finanziaria non è delle migliori, ed il mercato dell’auto vive una fase talmente complessa che fare previsioni sul futuro è quantomai complicato. Nel frattempo, Stellantis ha deciso di tagliare i ponti con una nuova azienda facendo saltare un accordo, una scelta che ha sorpreso l’intero settore, quando sembrava ormai tutto fatto. Ecco quali sono le motivazioni dietro a questa separazione improvvisa.
Stellantis, no all’accordo con Novonix per grafite non perfetta
Il gruppo Stellantis continua a credere nell’elettrico, seppur in maniera meno marcata rispetto alla precedente gestione. I vertici hanno deciso di rescindere l’accordo con la società australiana Novonix, in merito all’acquisto di materiali per le batterie. Il motivo? Non si è trovato un accordo relativo alle specifiche del prodotto, che potesse mettere tutti d’accordo, ed è stato proprio un dettaglio tecnico a far saltare tutto. Ovviamente, c’è stata subito una reazione in Borsa, che ha visto crollare del 15% le azioni i Novonix, il livello più basso dall’inizio del mese di ottobre.
La partnership tra le due aziende era stata annunciata esattamente un anno fa, e prevedeva, da parte di Stellantis, l’acquisto di 86.250 tonnellate di grafite, con i quali produrre le batterie per le auto elettriche in sei anni, con possibili aumenti sino a 115.000 tonnellate. Questo quantitativo avrebbe alimentato i partner del gruppo nella produzione di celle in Nord America, e la grafite sarebbe dovuta provenire dallo stabilimento di Riverside, nel Tennesee. Tuttavia, pare che la grafite non fosse di qualità sopraffina come richiesto dal gruppo, che ha così scelto di annullare l’accordo. Una decisione che rende bene l’idea di quanto sia alto il clima di tensione all’interno delle case costruttrici, che hanno bisogno della perfezione assoluta per portare a termine i loro affari.
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