La FIAT ed i brand europei che fanno parte del gruppo Stellantis potrebbero essere ceduti, a parere dell’ex CEO. Andiamo a scoprire cosa sta avvenendo in queste ore molto concitate.
Il calo della domanda continua ad inficiare i progetti del gruppo Stellantis, uno dei principali colossi attivi nel mercato delle quattro ruote, che vive una crisi senza fine. In Italia siamo testimoni del crollo della produzione, che proprio nel 2025 potrebbe toccare il proprio picco. Secondo le stime, c’è il serio rischio che non venga superato il numero di 310.000 modelli assemblati, tra auto e veicoli commerciali, un ecatombe rispetto a poco tempo fa, quando si viaggiava al ritmo di un milione di mezzi prodotti annualmente.
Stellantis ha intenzione di rilanciare le attività nel nostro paese mediante l’ormai ben noto Piano Italia, di cui si fa un gran parlare da molto tempo, e che partirà con la produzione della FIAT 500 Hybrid di nuova generazione a Mirafiori. Nel frattempo, si fanno largo voci non controllate relative ad una possibile scissione del gruppo, che andrebbe a mescolare ulteriormente le carte in tavola in chiave futura.
Stellantis, per Tavares il colosso va verso la scissione
Nel corso di un’intervista rilasciata in Francia, l’ex CEO di Stellantis, Carlos Tavares, si è lasciato scappare alcuni pensieri che hanno fatto subito il giro del mondo. A suo parere, è lecito attendersi una vera e propria scissione dell’azienda, con una divisione dei marchi europei da quelli che hanno base in Nord America. Il gruppo potrebbe riorganizzarsi dividendosi in diverse parti del mondo, così da poter offrire prodotti più adatti ad ogni tipo di mercato.
A suo parere, Stellantis potrebbe cedere ad un costruttore cinese le attività europee, mentre la parte americana si occuperebbe degli USA e del Canada in maniera più diretta, come già sta facendo General Motors da ormai una decina di anni. Al momento, Tavares ha fatto intendere che tutto ciò riguarda solamente una sua personale visione di ciò che potrebbe accadere, e non ci sono conferme da parte dell’azienda. In ogni caso, un cambiamento di questo tipo rappresenterebbe una vera e propria bomba in un mercato dell’auto che fatica a trovare e mantenere degli equilibri.
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