Il colosso USA si trova in un momento di grande difficolta: grossa mazzata per il settore, ecco che cosa sta succedendo.
L’industria dei motori odierna è ricca di insidie per le aziende, riuscire a rimanere a galla è tutt’altro che semplice. La sostenibilità ambientale rappresenta la sfida principale, ma gli alti costi dell’elettrico a fronte di una domanda che fatica a decollare rendono farsi largo in questo segmento una vera impresa. Soprattutto considerando la grande concorrenza da parte delle aziende cinesi low cost, e dei colossi che nei decenni passati avevano dominato l’industria dei motori e che si sono affrettati ad investire nel settore per mantenere la propria posizione di leadership. A questo sono da aggiungere le difficoltà generali dovute alla complicata situazione politica internazionale e alle grandi tensioni, che hanno complicato non poco la questione per le aziende.
Riuscire ad emergere, insomma, è difficile, e lo è ancora di più rimanere a galla. Sono molte le aziende che negli ultimi anni hanno attraversato un periodo di forte crisi e hanno subito grandi perdite, o che addirittura hanno dovuto alzare bandiera bianca. Adesso, un altro colosso dei motori è alle prese con una complicata situazione.
Fuell, dal progetto ambizioso alla crisi
Se nel settore delle automobili la domanda dell’elettrico sta attraversando un momento di stallo, la situazione per i modelli a batteria nell’ambito delle moto è ancora più difficile. Lo sa bene Fuell, progetto ambizioso fondato da Erik Buell, che poteva contare su importanti nomi dell’industria mondiale come Fred Vasseur e François Terny nel consiglio d’amministrazione. La startup era nata con le migliori premesse, con l’obbiettivo di rivoluzionare la produzione di moto elettriche. Le cose, però, sono andate ben diversamente e oggi l’azienda si trova in grande difficoltà.
Come si legge sul portalee InSella, l’azienda è stata messa all’asta da Heritage Global Partners, tutto è stato messo in vendita, dal marchio alla proprietà intellettuale, sino ai macchinari. I soldi ricavati, circa 170.000 dollari, non sono stati abbastanza per coprire i 7 milioni di dollari necessari a coprire il debito. Oggi dunque il futuro del brand è più incerto che mai, e ci si chiede se vi sia effettivamente la volontà da parte di acquirenti di rilanciarlo. Il periodo di grandi difficoltà, insomma, continua e non sembra esserci ancora una concreta via d’uscita dalle difficoltà.
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