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Bisogna cambiare l’olio dell’auto una volta l’anno anche se la si usa poco? Come stanno le cose

cambiare l'olio dell'auto una volta l'anno? - reportmotori.it
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Anche senza viaggiare, l’olio motore invecchia e perde le sue proprietà protettive. Una regola che vale per tutte le vetture.

Credere che un’auto ferma in garage non abbia bisogno di manutenzione è uno degli errori più comuni tra gli automobilisti. Il motore può rimanere spento per mesi, ma questo non significa che l’olio mantenga le sue caratteristiche intatte. Al contrario, anche da fermo subisce un processo di degradazione che può compromettere seriamente la salute del propulsore.

cambiare l'olio dell'auto una volta l'anno
cambiare l’olio dell’auto una volta l’anno? – reportmotori.it

La questione non riguarda soltanto i chilometri percorsi, ma soprattutto il tempo che passa. Molti proprietari di auto pensano che il cambio olio annuale sia una trovata commerciale dei meccanici, ma la scienza dice altro. Il lubrificante, anche quando l’auto resta parcheggiata, attraversa trasformazioni chimiche che ne riducono l’efficacia. E quando questo accade, il primo avviamento dopo un lungo stop può trasformarsi in una piccola tortura per il motore.

Il tempo è il vero nemico dell’olio motore

L’olio non è eterno, nemmeno se l’auto non si muove mai. La Society of Automotive Engineers lo conferma: la miscela di idrocarburi e additivi chimici resiste alle sollecitazioni meccaniche e alle temperature estreme, ma non al tempo illimitato. Ossigeno, umidità ambientale e residui microscopici rimasti nel basamento si trasformano in un cocktail corrosivo che attacca i componenti del lubrificante.

cambiare l'olio dell'auto una volta l'anno
Il tempo è nemico dell’olio – reportmotori.it

Il fenomeno ha anche un nome scientifico: invecchiamento molecolare. TotalEnergies spiega che il lubricante perde gradualmente l’equilibrio chimico originale, gli additivi si decompongono e la pellicola protettiva smette di funzionare come dovrebbe. In pratica, il primo avviamento a freddo dopo un periodo di inattività diventa il momento più pericoloso per il motore.

Il problema si accentua con i percorsi cittadini. Repsol suggerisce di cambiare l’olio ogni 15.000-30.000 chilometri oppure ogni dodici mesi, a seconda di quale limite si raggiunge prima. Per le vetture più datate, quelle oltre i quindici anni, il consiglio scende a 10.000 chilometri. Il RACE conferma queste indicazioni, precisando che un anno basta per compromettere l’efficacia degli additivi, specialmente quando la macchina compie solo tragitti brevi senza mai raggiungere la temperatura di esercizio ottimale.

In città accade spesso: il motore non ha il tempo di evaporare l’acqua prodotta dalla combustione, che rimane intrappolata nell’olio degradandolo irrimediabilmente. Gli ingegneri paragonano questo processo all’invecchiamento del vino, ma al contrario. Il lubrificante non migliora con l’età: l’esposizione ad aria, umidità e sbalzi termici innesca reazioni chimiche che distruggono gli additivi antiossidanti e antischiuma.

I lubrificanti sintetici moderni, classificati come gruppo IV o V secondo le norme API, resistono meglio al tempo rispetto a quelli tradizionali, ma nemmeno loro sono immortali.

Le auto ibride presentano sfide aggiuntive: il motore termico funziona a intermittenza e spesso non raggiunge la temperatura ideale, accelerando ulteriormente il degrado del lubrificante. Uno studio di TotalEnergies rivela dati eloquenti: dopo dodici mesi di scarso utilizzo, l’ossidazione aumenta del 40% e la capacità di neutralizzare gli acidi cala del 35%. Significa guidare con un lubrificante che ha già perso metà della sua vita utile.

Scritto da Antonio Pinter

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