La Casa di Borgo Panigale ha concluso il peggior weekend della stagione. Marc Marquez è finito ko, mentre Bagnaia è crollato quando era ultimo.
L’unico aspetto positivo del weekend di Mandalika per la Ducati è arrivato nella sfida di sabato con il sesto posto finale di Marc Marquez, funzionale alla conquista matematica del titolo nella classifica delle squadra. Dopo aver portato a casa il titolo costruttori per il sesto anno di fila e aver visto festeggiare il numero 93 il suo settimo riconoscimento iridato in MotoGP, la corazzata ufficiale della Casa emiliana ha celebrato anche il successo nell’ultima graduatoria che non era attualmente chiusa.
Dopo aver fatto la differenza in Giappone con pole position, giro più veloce in gara, vittoria nella SR e nel GP, Pecco Bagnaia è tornato ad avere lo stesso feeling di Misano, se non peggiore in sella alla GP25. Dopo essere partito nelle retrovie ha chiuso la SR all’ultimo posto, per poi cadere in gara senza riuscire ad avere il ritmo del gruppo. E’ paradossale che un bicampione del mondo della MotoGP riesca ad andare fortissimo a Motegi e non essere in grado di pilotare la sua moto 7 giorni dopo.
Bagnaia non è mai stato inquadrato dalle telecamere, se non per la scivolata in curva-17, registrata a bassa velocità. Il suo ritmo era molto più lento di quello del 2024, mentre in testa alla gara ha fatto la voce grossa il rookie Aldeguer in sella alla Desmosedici GP24 dello scorso anno, su cui Pecco Bagnaia aveva vinto 11 GP. La situazione di Pecco oramai non si può nemmeno chiamare crisi, perché va avanti dai primi test in pista in Malesia della stagione.
La spiegazione di Davide Tardozzi su Bagnaia
Il team manager della Ducati ha spiegato che Pecco ha preso molto male il risultato del weekend di Mandalika. Si aspettava di lottare per le posizioni nobili della classifica e si è ritrovato in fondo allo schieramento. “Pecco è devastato, prima come persona, ancora più che come pilota. È chiaro che noi vogliamo proteggere lui e le sue emozioni: se adesso venisse da noi con le lacrime negli occhi non potrebbe essere altrimenti, perché è un ragazzo molto sensibile, è un pilota veloce. Però in questo momento pensiamo che sia meglio lasciarlo tranquillo e cercare di lavorare per metterlo nelle condizioni per poter performare a Phillip Island”.
“Ritengo che lui creda assolutamente in Ducati. Penso che ci conosca bene dopo sette anni, a livello tecnico e anche umano. Non credo che ci sia mai stata una sola volta dove ha dubitato che noi facciamo il 100% per aiutarlo – ha concluso Tardozzi ai colleghi di Sky Sport – […] dovremo fare un’analisi molto profonda in settimana a Bologna. In questo momento ovviamente non abbiamo capito le ragioni per cui ‘Pecco’ non ha performato”.
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