La situazione delle auto nel mondo si sta rivoluzionando, con i motori a cinghia di distribuzione che possono causare non pochi danni.
In questi ultimi anni la situazione motoristica in Europa ha subito dei grossi cambiamenti, soprattutto perché si sta cercando di andare sempre di più nella direzione della produzione di auto elettriche. Una scelta che da anni sta causando non pochi contrasti e polemiche, ma che alla fine per il momento, sembra essere la strada più percorribile.
Rimangono però tante soluzioni anche per i motori termici e una delle soluzioni più frequenti per questi è il fatto di presentare la catena di distribuzione. Questa infatti è presenta in moltissimi modelli attuali e moderni, ma allo stesso tempo non ci si deve dimenticare anche il fatto che sia in alcune vetture più vecchie.
Nella maggior parte dei casi questa soluzione ha permesso di avere delle auto che da un lato sono più rumorose e meno potenti, ma che allo stesso tempo vantano un’affidabilità invidiabile. A quanto pare però non tutti i propulsori con questa caratteristica sono accomunabili allo stesso modo, con alcuni motori che hanno causato non poche perplessità.
Motori a cinghia di distribuzione: da BMW a Land Rover i meno affidabili
Sono diversi i propulsori con questa caratteristiche che purtroppo nel corso degli anni hanno evidenziato non pochi problemi. Si parte per esempio da quello che è il caso della BMW, con questa che ha nel motore Turbo N14 quello che molti hanno considerato come uno dei peggiori motori mai progettati.
Il suo utilizzo è andato dal 2006 al 2012, ma allo stesso tempo non ci si deve dimenticare anche del flop dell‘Ingenium da 2000 di cilindrata, il quale invece aveva ben due catene di distribuzione utilizzato da Land Rover e Jaguar. Non è andata benissimo nemmeno a Mazda con il propulsore MZC-CD R2 da 2200 di cilindrata e che si è presentato sulla Mazda 6.
Anche Stellantis ha dovuto fare i conti con una serie di problematiche con questo motore, con il caso più eclatante che è quello del Multijet SDE da 1300 di cilindrata. Anche la Toyota, considerata quasi impeccabile quando si parla di auto affidabili e sicure, con il motore che però diede il maggior numeri di problemi che fu quello VVT-i 2NZ da 1300 di cilindrata.
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