John Elkann, tutto pronto per la cessione all’azienda britannica: ecco quali saranno le conseguenze per Exor.
L’eredità della famiglia Agnelli è oggi in mano a John Elkann, successore designato da parte del nonno Gianni Agnelli, e oggi a capo delle numerose attività, da Stellantis (e dunque FIAT, che sicuramente più di ogni altro è legata alla nota dinastia di imprenditori torinesi) sino alla Ferrari, per finire con altri interessi come per esempio l’editoria (basta pensare il gruppo Gedi) o al calcio con la Juventus, grande passione dell’Avvocato. Tutto nelle mani di Exor, holding controllata dalla famiglia.
La gestione di Elkann è stata nel corso del tempo più volte criticata, il numero uno di casa FIAT è stato spesso sotto accusa per la cessione di alcune storiche aziende di famiglia che nel corso del tempo sono uscite dal roster di Exor per lasciare spazio a nuove aree di interesse e investimenti in altri settori.
Anche questa volta, Elkann è nelle pagine di cronaca per la vendita che appare ormai imminente di un’altra delle società di cui il gruppo detiene delle quote. Gli effetti e le conseguenze su Exor, però, hanno attirato l’attenzione per motivi diversi di quelli che ci si potrebbe attendere.
Elkann, cessione in vista ma basso impatto per l’azienda di Exor
Come si legge sul portale CalcioeFinanza, John Elkann e Exor sarebbero pronti a chiudere con l’azienda britannica CVC Capital l’accordo della cessione di Lifenet Healthcare, azienda fondata nel 2018 di cui il gruppo è a capo insieme all’imprenditore Nicola Bedin. La holding sarebbe pronta a vendere il 45% del capitale sociale, praticamente il suo intero pacchetto.
Secondo quanto riportato dagli analisti di Equita, però, nonostante si tratti di una azienda con un fatturato da oltre 400 milioni, i benefici e gli impatti della operazione sarebbero comunque limitati e minimi “Il fair value di Lifenet a dicembre era di 80mn (<1% del NAV), ma rappresenta una semplificazione del portafoglio, razionalizzando le posizioni di minor dimensione” spiega l’analisi dei dati. “Lo sconto sul NAV di circa 168PS resta elevato (49%) anche se da oltre due mesi è sceso sotto il 50%. Ferrari rappresenta il 46%, Phlips il 12% e Stellantis il 10% del NAV”.
Non si tratta, dunque, di una azienda che dovrebbe avere un impatto significativo sui conti di Exor, nonostante questo il gruppo ed Exor sono pronti a chiudere l’operazione.
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