Prezzi giù, sconti che cambiano volto e una corsa al ribasso che non si ferma: il mercato auto in Cina è nel pieno della “guerra civile” dei listini.
La richiesta di Pechino di mettere fine alla guerra dei prezzi non ha sortito l’effetto sperato. A luglio, tra i primi venti costruttori locali, sette hanno addirittura ampliato gli sconti sulle elettriche; gli altri li hanno lasciati invariati o appena ritoccati.
Il contesto resta teso: sovraccapacità, margini compressi, concorrenza senza tregua. È il segnale di un ambiente in cui la sostenibilità economica è al limite, come mostrano i numeri di mercato. In questo quadro, i gruppi non hanno intenzione di alzare il piede: la priorità è tenere il passo, difendere quote, liberare linee produttive. La corsa continua, malgrado l’invito alla tregua.
Un problema di sovraproduzione
Guardando a chi fa il ritmo, il quadro è chiaro. Per BYD lo sconto medio, cioè il distacco tra listino e transato, è sceso dal 7,9% al 7,5%: meno margine, ma ancora leva commerciale attiva. L’obiettivo resta ambizioso: 5,5 milioni di consegne nel 2025 a livello globale, con 2,49 milioni già piazzati nei primi sette mesi e una crescita che non accenna a rallentare.
I segnali sono due: volumi in accelerazione e prezzi sotto pressione, con il marchio leader che modera gli incentivi per non erodere troppo il conto economico. In un mercato così competitivo, spostare decimali di sconto diventa una scelta strategica, non un dettaglio commerciale.
Se l’appello diventasse un obbligo, la strada alternativa sarebbe già tracciata: promozioni mensili al posto dei tagli diretti. Mantenere il listino, migliorando il pacchetto. Finanziamenti a tasso zero, wallbox in omaggio, aggiornamenti degli interni come sedili premium, dati gratuiti per la connettività.
Sono benefit tangibili, molto apprezzati dal pubblico cinese, che alleggeriscono la spesa senza toccare il prezzo ufficiale. È un cambio di tattica: meno sconti nudi, più valore percepito. E consente di proteggere il posizionamento del prodotto mentre si smuove la domanda in modo mirato, mese dopo mese.
Intanto, un segnale regolatorio è già arrivato. Per i prestiti auto, le banche devono interrompere le partnership con le concessionarie, che incassavano commissioni generose. Occorre tagliare pratiche che alimentano gli sconti indiretti e ripulire i canali di vendita dal lato finanziario.
Questo intervento può comprimere una delle fonti di incentivo meno visibili, ma diffuse, costringendo la distribuzione a rivedere i propri margini. Resta da capire se basterà a raffreddare la spirale dei ribassi o se sposterà semplicemente la pressione commerciale su altre leve. Per ora, i listini tengono solo in apparenza, ma non nei fatti.
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