L’Ente americano indaga su ritardi di Tesla nelle segnalazioni e mette nel mirino Autopilot, FSD e robotaxi di Austin.
Nei rapporti tra Tesla e Nhtsa si riaccende la tensione. L’agenzia federale che vigila sulla sicurezza stradale ha aperto un nuovo fronte, concentrandosi su come la Casa comunichi gli incidenti legati ai sistemi di assistenza alla guida.
Nel mirino non c’è solo l’Autopilot, da anni tema caldo, ma anche il pacchetto più spinto, il Full Self-Driving. La contestazione è presto detta: le comunicazioni arriverebbero con largo ritardo rispetto all’obbligo imposto alle Case.
L’inchiesta Nhtsa sui tempi di segnalazione: Autopilot, FSD e robotaxi
Per l’ente americano, fra gli incidenti e le comunicazioni ufficiali di Tesla passerebbero mesi, mentre la regola è che i costruttori devono notificare entro cinque giorni dal momento in cui ricevono le informazioni sull’evento.
È un intervallo pensato per garantire tracciabilità e interventi rapidi, soprattutto quando sono coinvolti sistemi avanzati come l’Autopilot e il FSD. L’inchiesta punta proprio a verificare la distanza temporale tra i sinistri e le segnalazioni, e a capire se questi scostamenti siano sistematici o episodici.
Il fascicolo non si ferma ai report. Dentro rientra anche una delle novità più delicate del mondo Tesla, i robotaxi lanciati a giugno ad Austin, in Texas. La domanda è semplice e cruciale: il personale può intervenire da remoto sulle vetture?
La risposta pesa, perché definisce il confine operativo del servizio e le responsabilità in caso di imprevisti. La Nhtsa vuole chiarire se l’infrastruttura consenta controlli a distanza e in quali condizioni, con quali limiti e con che impatto sulla sicurezza reale del servizio.
Il quadro generale è quello di un’azione ispettiva ampia, che somma alle verifiche tecniche un controllo sulle procedure interne. I tempi di notifica non sono un dettaglio burocratico: disegnano la capacità di un costruttore di gestire in modo trasparente tecnologie che interagiscono con traffico, pedoni e altri veicoli.
Per Tesla il passaggio è delicato: l’azienda ha costruito parte della propria reputazione sull’innovazione software e sull’aggiornabilità delle funzioni, ma proprio questa caratteristica impone un livello di tracciamento puntuale degli eventi. Se le distanze temporali fra incidente e comunicazione fossero confermate, l’agenzia potrebbe richiedere correttivi procedurali e un presidio più stretto sulle segnalazioni.
Resta l’elemento Austin. La sperimentazione dei robotaxi, inaugurata a giugno, aggiunge pressione: la definizione del ruolo del controllo remoto, se presente, orienta non solo le responsabilità, ma anche l’inquadramento del servizio nelle regole.
È qui che il “duello” si fa pesante. Nell’occhio del ciclone, dunque, non c’è solo la tecnologia, ma il modo in cui viene gestita quando qualcosa va storto.
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