PureTech 1.2, sostituzione motore e garanzie: numeri, condizioni e scelte possibili per chi resta scoperto.
Negli ultimi anni il tre cilindri 1.2 PureTech del gruppo Stellantis è finito spesso al centro delle discussioni per questioni di affidabilità. I problemi si sono concentrati sui primi esemplari, con consumi d’olio elevati e la cinghia di distribuzione soggetta a usura anticipata.
Le versioni più recenti hanno introdotto aggiornamenti tecnici rilevanti, ma gli effetti del passato pesano ancora: chi non rientra nelle coperture previste si ritrova a fare i conti con interventi onerosi, spesso su auto non più giovani. Il tema, quindi, non è soltanto tecnico: riguarda il portafoglio e il valore residuo, specie quando la parola PureTech compare anche dietro al portellone e frena la rivendibilità.
PureTech: costi di sostituzione e nuove coperture
Il 1.2 tre cilindri debutta nel 2012 e si porta dietro due nodi principali: consumo d’olio e cinghia in bagno d’olio che si degrada prima del previsto. La correzione più significativa arriva soltanto nel luglio 2022, con una modifica di progetto della cinghia.
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Fino a quel momento non era raro vedere cedimenti prima dei 100.000 km, con officine chiamate a intervenire e marchi del gruppo (Peugeot, Citroën, DS e Opel) disposti a sostituire la cinghia se il difetto veniva rilevato in manutenzione o in una campagna di richiamo.
La copertura, però, era vincolata entro 6 anni e mezzo e 110.000 km: fuori restavano gli esemplari più vecchi, quelli con percorrenze oltre soglia e le vetture con cronologia tagliandi non in regola.
Dal marzo 2024 c’è un cambio di passo: un’estensione della garanzia fino a 10 anni o 175.000 km, sempre condizionata al rispetto dei piani di manutenzione. Qui entrano in gioco i conti. Il prezzo di un motore 1.2 PureTech varia, a seconda della versione da 100, 110 o 130 CV, in una forchetta che va indicativamente da 3.000 a 6.000 euro.
A questa cifra si sommano le ore di manodopera e i materiali correlati, facendo lievitare il totale fino a sfiorare, e talvolta superare, i 10.000 euro. Una soglia che mette in crisi la convenienza dell’intervento sui modelli datati: tra riparare e vendere in perdita, la scelta non è mai semplice.
Intanto, sul fronte dell’immagine, i marchi Stellantis hanno preso le distanze dal nome PureTech nella comunicazione: da mesi, e in particolare da settembre scorso, la dicitura è stata tolta dai configuratori e dai materiali ufficiali.
Un segnale chiaro, senza però significare l’addio alla famiglia di motori: abbandonare ora una termica così diffusa non è realistico, specie con l’auto elettrica ancora in fase di transizione e con i costi di sviluppo di un nuovo propulsore a combustione che restano elevati.
La strada è un’altra: continuare a proporre il 1.2 aggiornato, mentre si lavora per ricostruire credibilità con le ultime evoluzioni tecniche e con garanzie più estese. Il tempo, più delle parole, dirà se basterà a riconquistare gli automobilisti rimasti scottati.
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