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La BMW nata per consumare poco: aveva un motore incredibile

La BMW nata per consumare poco (WikimediaCommons) reportmotori.it
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Una BMW fuori dagli schemi: grande cilindrata, pochi giri, tanta coppia. Nata per consumare poco senza rinunciare al piacere di guida.

All’inizio degli anni ’80 il mondo dell’auto cercava una via d’uscita tra crisi energetica e regole più severe. Anche a Monaco la domanda era chiara: come salvare il 6 cilindri, simbolo del marchio, rendendolo più sobrio? La risposta fu controcorrente e oggi racconta una pagina poco citata della storia BMW.

BMW consumare poco
La BMW nata per consumare poco (WikimediaCommons) reportmotori.it

Invece di inseguire la potenza in alto, si puntò sulla coppia in basso, sul comfort di marcia e su consumi contenuti. Una filosofia che prese forma nella 525e: “e” come eta, efficienza. La ricetta ribaltava i canoni dell’epoca e anticipava idee che oggi diamo per scontate: meno regime, meno attriti, più relax. Non una sportiva travestita, ma una berlina fatta per macinare chilometri in silenzio e con misura, restando fedele al Dna della Casa.

BMW 525e: efficienza a basso regime

Il contesto era difficile: dopo il primo shock petrolifero del 1973 e il secondo del 1979, benzina cara, diesel in ascesa in Europa e norme CAFE negli USA mettevano pressione sui costruttori. BMW accantonò un V12 da 4,5 litri quasi pronto e scelse una strada multipla: dal sei M20 derivò il diesel M21 per 324d/td e 524d/td, ma serviva anche un benzina diverso. Nacque così l’idea: non downsizing, ma cilindrata maggiore con erogazione “piena” in basso.

Nel 1981 arrivò per gli USA la 528e con catalizzatore a tre vie; nel 1983 debuttò in Germania la 525e, seguita nel 1985 dalla 325e in Europa. Il sei in linea passò da 2,0 a 2,7 litri (2.693 cc) con alesaggio e corsa rivisti, zona rossa a 4.500 giri/min e picco di potenza a soli 4.250 giri/min.

122 CV con catalizzatore, 125 CV senza. La coppia era il centro del progetto: 230 Nm (240 senza cat.) a 3.250 giri/min, supportata da lunghi condotti d’aspirazione per sfruttare la risonanza ai bassi. Blocchi leggeri (ghisa per il monoblocco, alluminio per la testata), valvole e fasce a bassa tensione, e un albero a camme con quattro supporti riducevano gli attriti.

Rapporto al ponte di 2,93:1 per tenere i giri giù in autostrada, gestione elettronica dedicata e il “BMW Energy Control”, l’indicatore analogico dei consumi che molti ricordano.

Secondo BMW, la 525e accelerava meglio della 520i usando il 9% in meno di carburante. Il dato ufficiale parlava di 8,4 l/100 km con benzina normale: numeri notevoli per cilindrata e periodo. Non costava poco: nel 1983 servivano 30.165 marchi, poco sotto i 29 milioni di lire, equivalente grosso modo a 30.000 euro odierni. Eppure il mercato rispose: fino al 1987 furono costruite 40.621 525e per l’Europa e 89.853 528e per USA e Giappone.

Oggi la 525e è una youngtimer particolare. Linee E28 sobrie, cromature e pannello tra i fari posteriori hanno il loro fascino. All’epoca i dépliant la definivano “per chi guida con calma attiva”. Definizione che, a distanza di decenni, le calza ancora.

Scritto da Antonio Pinter

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