Un museo dimenticato a custodisce pezzi da competizione mostruosi: una storia di polvere, vetro e silenzio.
Nel cuore del Texas, a Ozona, c’è un padiglione di vetro che trattiene il respiro da anni: è il Circle Bar Auto Museum, parte del Truck Corral voluto da Tom Mitchell, allevatore, team owner e fordista convinto tra anni 80, 90 e 2000.
Dopo la sua scomparsa nell’agosto 2024, quell’eredità ha perso voce: auto ferme, manutenzione assente, undici anni di oblio depositati in strati di polvere e ragnatele, come se il tempo avesse murato la porta a chiave.
Un museo fermo, ma pieno di storie: supercar e auto da corsa
A raccontarlo è un video girato dentro l’edificio principale, quello con la scritta “Auto Museum” sulla facciata: oggi mostra una collezione protetta dalle intemperie ma senza cure, prigioniera del suo stesso involucro.
Ciò che contengono queste stanze, pagine autentiche del motorsport americano, dal brivido di Talladega al fascino delle repliche costruite in casa, fino a un Hemi Ford da barca grande come un frigorifero sdraiato.
Tutto parte da due monoposto con il numero 38: sono la prima avventura di Mitchell a Indianapolis, quando Chet Fillip centrò la qualifica dell’edizione 1982. Da lì, la scalata: programmi in tutte e tre le serie nazionali NASCAR e in IndyCar sotto l’insegna “Circle Bar Auto Racing”, nome preso dal ranch di famiglia.
Dentro l’edificio spiccano due ruote scoperte con il 38 e una Ford Thunderbird #81 della stagione NASCAR 1986. Sotto il cofano, un Windsor 351 portato a 357 pollici cubi, collettore Ford Motorsport, teste Cleveland in alluminio, Holley Pro Stock da 750 CFM, accensione Ford, Borg Warner a quattro marce e posteriore Ford 4.11: 650 CV e una qualifica a Talladega con punta di 204 mph.
Accanto, una GT40 che inganna l’occhio: non è un originale multimilionario, ma un kit assemblato dallo stesso Mitchell, con solo due miglia segnate e cielo dell’abitacolo già ceduto. Stessa filosofia per la Shelby Cobra: replica costruita nel 1986, V8 Ford 460 a 0.030” over, aspirazione Shelby Cobra Jet, Holley doppio afflusso da 750.
Il culto del Blue Oval si legge pure fuori dall’asfalto: una barca spinta da un “Hemi” Ford particolare, riciclato da una vettura da terra numero 38 negli anni 80. E poi il pick-up del 1947, rifatto nel 1977 con un 460 sovralimentato. C’è anche il truck con cui Rick Crawford centrò il primo successo in NASCAR Craftsman Truck Series: 4 aprile 1998, vittoria nella Florida Dodge Dealers 400 a Homestead-Miami.
In fondo alla sala, quasi intonso, un Ford Bronco 1986: il 302 a iniezione è stato rimpiazzato da un 460 del ’66, maggiorato 0.030” e pieno di componenti performance; costruito nell’agosto 1986 e guidato su strada, gomme ancora in pressione ma destinate all’immobilità. È la storia di una grande storia: un museo sospeso, dove i racconti non mancano, ma nessuno li ascolta più.
- La Vespa in carbonio più prestazionale mai vista: riesce ad umiliare anche una moto sportiva - 12 Ottobre 2025
- Quali sono i 3 yacht più costosi al mondo? Su uno c’è un intero “Stato” - 12 Ottobre 2025
- Bisogna cambiare l’olio dell’auto una volta l’anno anche se la si usa poco? Come stanno le cose - 11 Ottobre 2025