Le citycar stanno vedendo aumentare il loro prezzo sensibilmente e ora il Governo deve stare attento a chi invece abbatte i costi.
Non sono di certo anni facili per le grandi aziende automobilistiche, con la maggior parte di esse che sta vivendo un periodo complesso a seguito anche di una serie di continue limitazioni da parte dell’Unione Europea. Da un po’ di tempo a questa parte si sta cercando di dare vita a una produzione che possa essere quanto più possibile attenta all’aspetto ecologico, puntando sull’elettrico.
Il mercato in questione è però ben lontano dall’aver ottenuto quelli che erano gli obiettivi sperati all’inizio, considerando infatti come i prezzi di partenza sono decisamente molto elevati. Queste vetture al momento sono lontane dall’avere ottenuto i risultati sperati e nei prossimi anni ci potrebbero essere grossi cambiamenti.
La BYD è però una delle aziende che più di tutte ha dimostrato come sia possibile portare avanti un progetto sempre più interessante per quanto riguarda l’elettrico. La Dolphin Surf è una citycar che è giunta anche in Italia, ma è in Cina che sta spaccando il mercato, con un prezzo di vendita che non si era mai visto prima.
BYD Dolphin Surf: in Cina è svenduta
Con la Dolphin Surf siamo di fronte a una citycar che è perfetta per ogni occasione, con la città che è sicuramente il suo habitat naturale. Un modello che si presenta con una lunghezza da 399 cm, una larghezza da 172 cm e un’altezza da 159 cm, il che le permette di essere omologata complessivamente per quattro persone.
Il motore elettrico al proprio interno ha modo di erogare un massimo di 88 cavalli, con il picco di velocità che si stanzia sui 150 km/h. Il prezzo di partenza in Italia è di 19.490 euro, ma in Cina il suo valore è davvero crollato, tanto è vero che non è difficile trovare delle soluzioni a basso costo che la portano a 6700 euro.
Il Governo cinese però è abbastanza preoccupato, perché questa guerra dei prezzi non sembra di certo dare una mano a nessuno, meno che meno alle aziende locali. Sarà necessario dunque trovare un modo per dare da un lato una mano ai cittadini per acquistare la propria auto e dall’altro alle aziende per far quadrare i conti senza comportare danni economici.
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