Una Ferrari che mescola elementi Lotus e Bugatti e sfoggia linee mai viste: la 2027 Grazia sorprende e inquieta insieme.
Nella galassia Ferrari arriva un nuovo nome che mette subito sul chi va là chiunque ami gli sportivi estremi. La 2027 Grazia, apparsa come rendering digitale, sembra un incredibile mix di design che ricorda sia la pulizia delle Lotus sia la presenza “mostruosa” delle Bugatti.
Non si tratta di un prototipo ufficiale di Maranello: basta uno sguardo alle soluzioni estetiche per capire che qui si ragiona fuori dagli schemi, lontano dai canoni consolidati. E la curiosità va alle stelle, perché non si tratta solo di aggiungere cavalli, ma di scuotere davvero l’idea stessa di supercar.
Linee inedite, identità forte: la Ferrari Grazia sorprende
Nell’eterna sfida tra Ferrari e Lamborghini, ogni mossa sembra studiata per rispondere all’avversario colpo su colpo. Dopo aver mostrato una Daytona SP3 davvero unica nel suo mix di colori – presentata come unità 599 + 1 e pronta a essere battuta all’asta per beneficenza in California –, molti si aspettavano il classico scontro tra titani con auto sempre più potenti.
Il Toro risponde col Temerario, il Revuelto e l’Urus, Ferrari replica con una gamma che va dall’eleganza della Roma alla spinta elettrificata della 296, senza trascurare il V12 Purosangue e il nuovo 12Cilindri. Poi c’è lui: l’ormai centrale SF90 Stradale, il plug-in hybrid V8, ora reso ancora più estremo nelle versioni XX Stradale e Spider, con oltre 1.000 cavalli e una vocazione sempre più da pista.
Eppure, proprio quando tutto sembrava già scritto, arriva sul web la Ferrari Grazia immaginata da Giorgi Tedoradze. Questo designer, frequentatore dei social con i suoi render fuori dal comune, si è inventato la “Grazia”: una visione non ufficiale che “frulla” suggestioni di Lotus e Bugatti senza rinchiudersi in troppi limiti.
Le prime immagini erano solo degli accenni: serviva colmare coi dettagli la storia di questa nuova icona virtuale. Bastano però pochi frame aggiuntivi per fissare alcuni dati certi: la posizione centrale dell’impianto di scarico rivela che non è elettrica pura, e il confronto diretto con la Revuelto indica chiaramente per chi è stato pensato questo modello.
Il messaggio? La Grazia nasce nel solco della SF90 Stradale ma guarda già oltre, sfidando apertamente la sorella più estrema di Sant’Agata. Questo progetto, che per ora resta nel mondo della CGI, riaccende la solita domanda: sotto il cofano ci vedreste ancora un V8 – magari spinto alle soglie dell’assurdo – o vi piacerebbe un ritorno al classico V12 che ha fatto la storia della Rossa?
Tra giochi ottici, muscoli in bella vista e provocazioni estetiche, resta la sensazione di un’auto che non si accontenta: vuole stupire, far discutere, e magari dettare la rotta delle supercar di domani.
È questo, forse, il vero significato della Ferrari Grazia: un esercizio di fantasia che costringe a ripensare tutto quello che pensavamo di sapere sulle forme e sulle emozioni marchiate dal Cavallino.
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