Autovelox spenti, multe sospese: ecco dove non funzionano più i rilevatori di velocità in Italia. Scopri le zone coinvolte e perché.
In queste settimane l’argomento autovelox è caldissimo, e riguarda chiunque si muova sulle nostre strade. È successo qualcosa di grosso: diversi dispositivi in tutto il Paese sono stati messi fuori uso. Ma perché ora alcuni autovelox sono spenti?
La risposta sta nelle nuove regole volute dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, arrivate un anno fa ma diventate realtà solo ora. In particolare, il decreto emanato nella primavera 2024 obbliga tutte le installazioni a rispettare criteri precisi decisi dai prefetti, legati agli incidenti stradali nelle varie zone.
Autovelox spenti, le zone coinvolte e le ragioni
Dalla metà di giugno 2025 serve una disposizione ufficiale delle prefetture per mantenere operativi i dispositivi: senza questa, qualsiasi autovelox rischia lo spegnimento. Uno dei primi segnali forti è arrivato dall’Alto Adige, dove l’associazione delle polizie locali ha comunicato ufficialmente che tutti i rilevatori sono stati spenti.
Non si tratta però di un caso isolato. Anche in altre province la situazione è simile, con le amministrazioni locali costrette a fermare i dispositivi in attesa delle nuove regole.
L’Alto Adige si è mosso compatto: ogni autovelox fisso è stato disattivato, proprio per rispettare la nuova normativa. Qui, la scelta è stata obbligata: il decreto varato nel 2024 ha stabilito che d’ora in avanti sarà solo il prefetto, dopo aver analizzato i dati sugli incidenti delle singole strade – a stabilire dove e se posizionare i dispositivi automatici di controllo della velocità. Senza l’ok del prefetto, i Comuni non possono più tenere accesi gli autovelox già installati.
Non è tutto. Spegnimenti sono stati segnalati anche altrove: nelle province di Belluno e Padova, nella bassa reggiana, fino a Cagliari. Tutte zone in cui ormai, senza i nuovi criteri prefettizi in mano, i veicoli possono transitare senza il rischio di incappare in una sanzione automatica per eccesso di velocità. Un cambiamento notevole, soprattutto per chi percorre spesso questi tratti e si era abituato a doversi controllare costantemente davanti all’occhio elettronico.
Bisogna ricordare inoltre che il decreto ministeriale aveva fissato un termine di 12 mesi per adeguarsi: scaduto questo periodo, se i comuni non hanno ottenuto la conferma dal prefetto, gli autovelox devono rimanere spenti. È quanto ha fatto l’Alto Adige per primo, seguito a ruota dalle altre amministrazioni che si sono ritrovate nella medesima situazione.
Infine, c’è un’ulteriore questione non da poco: quella dell’omologazione delle macchinette stesse. Senza il relativo decreto che stabilisca le modalità di omologazione, tecnicamente tutte le multe elevate con dispositivi privi di questa certificazione sono considerate nulle.
In diversi territori italiani, per adesso, niente multe dagli autovelox spenti. Ma non si tratta di anarchia: chi sbaglia paga comunque, se fermato dalle pattuglie. L’unica certezza è che per ora i rilevatori automatici delle velocità, in molte zone, restano a riposo in attesa delle nuove direttive.
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