Stellantis, nel mirino di una corte olandese, vede emergere nuove accuse: i marchi storici sono al centro della scena.
L’inchiesta sul Dieselgate non smette di portare sorprese. Stavolta, è un tribunale dei Paesi Bassi a puntare il dito contro alcuni marchi oggi parte di Stellantis, tornando indietro fino al 2009. Secondo la corte, a premere l’acceleratore sarebbe stata la presenza di software irregolari sui modelli diesel venduti in Olanda.
Le accuse partono dalle dichiarazioni di un ex dipendente e coinvolgono nomi noti come Opel, Peugeot, Citroën e DS. In mezzo, la tensione tra le dichiarazioni della giustizia e le reazioni immediate della casa automobilistica. I riflettori restano puntati sul gruppo e sulle sue scelte del passato, mentre l’attesa sale per gli sviluppi giudiziari che potrebbero segnare un nuovo capitolo in questa lunga storia.
L’ex rivela comportamento illegale
La notizia arriva come un fulmine che scuote l’automotive: la corte olandese ha esaminato alcuni vecchi fascicoli mai chiusi e ha mosso accuse pesanti ad alcuni marchi ora Stellantis. Il comportamento contestato è di aver montato dispositivi illegali sulle vetture diesel vendute in Olanda.
L’indagine, partita da tre associazioni non profit, coinvolge modelli commercializzati da Peugeot, Citroën, DS e Opel. Su quest’ultima il tribunale si dice sicuro: dal 2009 i sistemi erano fuori legge. Per gli altri marchi, invece, si parla di sospetti, ma sulla base di elementi che hanno convinto i giudici a esprimersi con decisione.
Il pronunciamento identifica una presunta irregolarità diffusa almeno dal 2014: secondo i giudici sarebbero stati venduti in Olanda diversi veicoli diesel non conformi alle normative sulle emissioni. Stellantis, in risposta, non ci sta: il gruppo respinge tutte le accuse attraverso una nota ufficiale e annuncia che prenderà ogni misura necessaria per difendere la propria posizione.
La società rivendica la piena conformità dei suoi veicoli alle regole vigenti e sostiene che le valutazioni della corte siano imprecise. Il tono è fermo, la volontà di fare chiarezza altrettanto.
In questa nuova fase del Dieselgate, emergono dettagli che rafforzano i dubbi sulle pratiche del passato di alcune case auto, ma allo stesso tempo la partita resta aperta. La situazione non appare affatto risolta e lascia presagire ulteriori colpi di scena, tra aule di tribunale e comunicati stringati.
Stellantis difende con forza la correttezza del proprio operato e si prepara a una battaglia legale che promette nuovi capitoli. Nel frattempo, il settore resta in attesa dell’ennesimo finale imprevisto di una vicenda che, a distanza di anni, continua a far discutere.
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